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Ugo Volli
Cartoline
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Zamir ha smentito. E Haaretz che ha fatto? Avete visto delle scuse? 09/04/2009

ZAMIR HA SMENTITO. E HAARETZ CHE HA FATTO? AVETE VISTO DELLE SCUSE?

Cari amici, ricordate la storia delle atrocità e dei vandalismi attribuiti ai soldati israeliani (probabilmente religiosi) da alcuni loro commilitoni, esattamente nove,  certamente laici, proveniente dal corso premilitare "Rabin" diretto da un tal Zamir? Certo che ve lo ricordate, avete letto ieri su "Informazione corretta" che il maggiore in congedo (questo il suo grado) smentisce tutto. Erano elucubrazioni di ragazzi traumatizzati, dice, l´operazione a Gaza era giusta ed è stata condotta in maniera corretta, i soldati religiosi sono bravissimi, mi meraviglio che il New York Times abbia montato uno scandalo su una newsletter che certo era su internet, ma era privata, eccetera eccetera. Anzi, non mi ero neanche accorto che avessero pubblicato dei miei vecchi scritti su un libro di soldati che si ribellano allo Stato di Israele: roba vecchia, non la penso più così.
Prendiamo per buona questa strana smentita dieci giorni dopo i fatti e però pensiamo a quel che è successo. Intanto, questa smentita la conoscete voi, i lettori del "Foglio" grazie al bravo Meotti, quelli di Israele.net e quelli che guardano in profondità la rassegna stampa di Moked, il sito dell´Ucei. Diciamo gente in grande maggioranza piuttosto pro-isrealiana, e non numerosissima. Tutti gli altri sono rimasti fermi alle atrocità e ai vandalismi ammessi dai soldati israeliani. Brutto, no? E però questa non è una situazione strana: è esattamente così che vanno le cose sempre. Per l´opinione pubblica italiana e in genere occidentale, Israele ha ucciso Al Doura, ha fatto una strage a Jenin, ha ammazzato apposta i bambini di Gaza, eccetera eccetera. Che siano tutte bufale più o meno costruite ad arte lo sappiamo solo noi. Il disastro dell´informazione su Israele è tutto qui.
Seconda considerazione: chi c´è stato in mezzo fra Zamir e il "New York Times"? Zamir, secondo lui, ha solo fatto un rapporto interno su una newsletter. Il "Times" ha pubblicato, come i giornali italiani, quel che già "si diceva" in Israele. Non avrebbe esplorato un´oscura newsletter in ebraico, senza segnalazioni precedenti. Chi  c´è stato in mezzo? Chi ha fatto il basista della diffamazione? La risposta è semplice: "Haaretz". E´ Haaretz che ha lanciato la notizia senza controllarla, è Haaretz che l´ha sbattuta in prima pagina tre giorni a fila, è Haaretz che ci ha speso i nomi dei suoi editorialisti più famosi. Zamir ha smentito. E Haaretz che ha fatto? Avete visto delle scuse? Delle promesse di incominciare a fare i giornalisti seri che verificano le notizie invece di propagandisti che saltano sopra qualunque bufala vada bene alla loro politica? No, bravi, non ci sono state. Metà del disastro dell´informazione su Israele è dovuta a questo strumento sistematico della diffamazione anti-israeliana che ridicolmente pretende di essere il giornale israeliano più "autorevole". Un´altra metà viene dagli Zamir senza smentita che circolano in Israele e fuori, gli "intellettuali autorevoli", i giornalisti e gli uomini di spettacolo che anche in Eurabia e in Italia fanno gli "ebrei buoni", pentiti del danno che l´esistenza di uno stato ebraico rappresenta per l´umanità; la terza metà (vabbé, sulle cartoline è permesso maltrattare un po´ l´aritmetica) è propaganda araba in salsa comunista o nazista (più spesso in salsa mista nazicomunista). E´ un disastro, ma bisogna ammettere che i fornitori di ideologia all´ingrosso per Eurabia sono spesso israeliani o ebrei forniti di quell´escrescenza morale che si chiama odio di sé e che essi confondono con la coscienza vera (che gli manca).

Ugo Volli


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