CIO' CHE CONTA è DISTINGUERE FRA BUONI E CATTIVI
Il mondo si divide fra buoni e cattivi. Fra i cattivi c´è senza dubbio Israele. Buoni sono i palestinesi e i pacifisti. Per esempio l´altro ieri dei virtuosissimi militanti per la pace hanno contestato la manifestazione per il decennale della morte di Giulio Einaudi esponendo uno striscione per fare della terra fra il Giordano e il mare un condominio unitario, democratico e naturalmente "libero" di "palestinesi, arabi e israeliani", coi buoni risultati pacifici che qualunque persona di buon senso può immaginare. Buono, anzi buonissimo "ex officio" è il giudice capo dell´autorità palestinese, Sheikh Tayseer Rajab Tamim, che nei giorni scorsi ha decretato che chiunque venda della "terra palestinese", incluse case e appartamenti, agli "ebrei" è passibile della pena di morte. Come questo si accompagni con lo stato unitario e democratico di palestinesi ed israeliani, non sappiamo. Che unità sarà mai, se è proibito il commercio immobiliare fra appartenenti a religioni diverse? E neppure sappiamo che cosa pensino di tale inedita pena di morte per ragioni commerciali Amnesty International e gli altri nemici della pena capitale (e di Israele). Né possiamo giudicare come lo interpretano quelli che pretendono che il problema è politico e non religioso, sicché opporsi allo Stato di Israele è tutt´altra cosa che avercela con gli ebrei (ma qui si parla del divieto di vendere agli ebrei, non agli israeliani). Sono i misteri gaudiosi del pacifismo mediorientale. Non importa. Ciò che conta per loro è che distinguere i buoni dai cattivi e ripeterci la solita favola dell´occupazione ogni sera prima di mandarci a letto. Come ideologia comanda.
Ugo Volli