Shurat HaDin, una associazione di giuristi, lo scorso 2 aprile ha dato notizia di un grande successo con implicazioni giuridiche e politiche che potrebbero influire significativamente sulla lotta contro il terrorismo islamico. Una causa privata, avviata da famiglie di vittime del terrorismo contro banche che forniscono servizi finanziari ad organizzazioni non governative islamiche sospettate di fungere da copertura per far confluire il denaro di offerte benefiche nelle casse delle organizzazioni terroriste islamiche , ha ottenuto una
vittoria
storica. Due istituti bancari inglesi hanno difatti annunciato che chiuderanno i conti intestati a supposte istituzioni caritatevoli islamiche. Lloyds TSB ha comunicato ad Interpal, una ONG palestinese con base a Londra, che non trasferirà più fondi all’estero per suo conto. Interpal è già fuorilegge negli Stati Uniti, in ed in ed è stata accusata di raccogliere finanziamenti per Hamas. Barclay’s da parte sua ha annunciato che chiuderà il conto intestato a Ummah Welfare Trust, una ONG islamica che fa confluire i fondi a
Gaza
. Questa ONG non è fuorilegge, ma è stato accertato che essa a sua
volta
trasferisce i fondi ad Interpal ed a Al-Salah, entrambe accusate di terrorismo.
Del
resto il sito web della Ummah rende pubblicamente onore al fondatore di Hamas Yassin ed elogia i martiri palestinesi. Lo stesso avevano fatto tre anni fa anche
la National Westminster
Bank
, e due anni fa NatWest. La motivazione strettamente giuridica di queste decisioni è nel timore che le vittime delle azioni terroristiche di Hamas possano far causa e chiedere risarcimenti alle banche che aiutano operativamente i fiancheggiatori e finanziatori di Hamas.