Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
Dialogare, ci credevano anche Chamberlain con Hitler e Nenni con Stalin
Cari amici, avete certamente letto di quella vergognosa legge afgana che permette alla minoranza sciita lo stupro dentro il matrimonio. Adesso sembra che sarà ritirata, in seguito allo sdegno suscitato nell’opinione pubblica internazionale. Tutto bene? Non tanto. Perché quella legge non è solo una bizzarria barbarica, né un fatto puramente afgano, è il frutto di una scelta internazionale che ci interessa, perché molto euraraba, e anche ameraraba. Essa è stata adottata dopo la decisione del governo pakistano di restaurare la shaaria nella valle dello Swat, un angolo di Pakistan che aveva resistito ai Talibani ed era stato fatto oggetto di una guerriglia ferocissima (per dare solo un dato sono 200 le scuole fatte saltare perché avevano il torto di ammettere le donne fra gli allievi). Ha a che fare con la decisione del governo inglese di parlare con l’”ala politica” di Hezbullah e i contatti più o meno clandestini di molti governi europei (svizzeri e norvegesi in testa) con “i moderati di Hamas”.
L’idea è tanto buffa da meritarsi una cartolina: potremmo chiamarla TEM, “teoria dell’estremismo moderato”. Eccola. Come tutti i paesi hanno un Sud, la Baviera è il sud della Germania, anche se è più a nord del nostro Settentrione, e la Danimarca è il Sud della Scandinavia, anche se è a nord della Germania, ed esiste il meridione della Finlandia o dell’Alaska e magari anche del Polo Nord, tutti più solari e caciaroni del loro settentrione – così secondo la TEM non ci sarebbe movimento tanto estremista da non avere un’ala moderata. C’è l’ala moderata di Hamas e degli Hezbullah, sostengono gli europei; c’è l’ala moderata dei talebani, sostengono gli americani che vogliono da Obama “la svolta strategica” e certamente ci sarà un’ala moderata degli islamisti italiani, di Al Queda, dei nazisti, delle Brigate Rosse, dei satanisti, di chi vi pare. Con costoro, con i "terroristi moderati", sostiene la TEM, bisogna mettersi d’accordo, naturalmente per mettere gli altri in condizione di non nuocere: divide et impera. E soprattutto per non affrontare i sacrifici necessari per resistere.
Ma come si riconosce “l’ala moderata”? Semplice, è quella che o dice di voler parlare con noi, opuure si occupa soprattutto del suo territorio e non sfida esplicitamente il potere mondiale. Se si lascia che Hamas faccia i fatti suoi a Gaza, Hezbullah in Libano, i talebani in Afaganistan e Pakistan, gli ayatollah in Iran; se si accettano i loro “legittimi interessi”, potremo dedicarci ad altro e stare in pace, dice la teoria TEM. Bello, no? Ci credeva anche Chamberlain con Hitler e Nenni con Stalin. Parliamo, parliamo, in fondo sono pragmatici anche loro, come ha scritto di recente il New York Times degli ayatollah. Chi non la pensa così è un guerrafondaio, un’estremista, manca di intelligenza strategica eccetera eccetera.
Peccato che non sia vero. Perché in primo luogocon la TEM ci rimettono quelli che stanno sul territorio dei “moderati”: le donne in Afganistan e Pakistan, gli ebrei con Hitler, i cechi, gli ungheresi e tutti gli altri con Stalin, Israele con Hamas, Hezbullah e i loro burattinai siriani e iraniani. In secondo luogo, questi “estremisti moderati” non sono affatto moderati davvero, sono solo prudenti e sanno che ci sono verdure come il carciofo che si devono mangiare foglia a foglia, almeno all’inizio.O hanno bisogno di tempo per consolidarsi. Gli "estremisti moderati" si dividono affatto dagli “estremisti estremisti” (i quali peraltro secondo la TEM hanno certamente a loro volta un’ala moderata, gli "estremisti estremisti moderati"… e così via). Semplicemente praticano la tattica maoista di "avanzare divisi e colpire assieme". Alla faccia delle povere donne stuprate dalle parti di Kabul e anche di noi poveri eurarabi, così buoni e così ingenui, che prima o poi ce li troveremo addosso.