-----Messaggio Originale-----
Da:
Data invio: venerdì 3 aprile 2009 17.31
Oggetto: commento a mia lettera
Cari amici di IC, questo è quello che mi è stato scritto a seguito della pubblicazione sul Corriere della mia lettera a S. Romano. Non ho vveramente parole....
Ester
Ho letto la sua lettera sul Corriere, e la giudico un mix di demenza e provocazione.
I "ragazzi palestinesi" di Jenin che hanno organizzato ad Holon " in Israele" il concerto per gli anziani sopravvissuti alla Shoa non sono affatto messeggeri di pace: o si sono rincoglioniti oppure (molto più probabilmente) sono i figli/parenti dei collaborazionisti di Al-Fatah.
Già il solo fatto che abbiano potuto spostarsi in gruppo da una località all’altra dei Territori Palestinesi Occupati la dice lunga sul loro rapporto di collaborazione con le forze sioniste di occupazione. I palestinesi che vivono nei Territori Occupati hanno infatti enormi difficoltà a spostarsi anche singolarmente da un villaggio all’altro.....; inoltre “i ragazzi” sembra che si siano dimenticati del massacro perpetrato dagli israeliani a Jenin nel 2004: è sicuramente solo una curiosa coincidenza la dimenticanza del massacro del proprio popolo avvenuta nel proprio villaggio neppure 5 anni orsono e l’ottima memoria per le disgrazie di un altro popolo avvenute in Europa quasi 70 anni fà.
Come al solito il Corriere ospita solo le voci menzognere dei sionisti, ma ormai non mi meraviglio più di nulla.
Non può esserci pace senza giustizia e non ci sarà pace in Palestina finchè il popolo palestinese non otterrà giustizia.
Se Israele desidera la pace la può ottenere da subito in modo semplicissimo: ottemperi alla risoluzione del 1967 n. 242 delle Nazioni Unite e quindi si ritiri dai Territori Palestinesi Occupati, tolga l’infame blocco del ghetto di Gaza, abbandoni Gerusalemme est e si ritiri dalle alture del Golan e dia seguito al parere consultivo del 2004 emesso dalla Corte Internazionale di Giustizia sulla illegalità del muro dell’apartheid. Altro che i concerti per i sopravvissuti della Shoa.
Ottemperare alle risoluzioni delle Nazioni Unite sarebbe soprattutto nell’interesse dello stato di Israele la cui legittimità riposa ESCLUSIVAMENTE sulla risoluzione delle Nazioni Unite del 1948. Ma in questi 90 anni (poichè l’aggressione al popolo palestinese data dalla dichiarazione di Balfour, e non dalla nascita dello stato di Israele) i sionisti hanno cercato una sola cosa: togliere più terra possibile ai palestinesi; non credo che vogliano cambiare rotta adesso: il criminale bombardamento di Gaza e l’elezione di Nethaniau-Liebermann lo confermano.
E allora, se Israele non riconosce la legittimità delle risoluzioni delle Nazioni Unite, significa che non riconosce una base giuridica neppure al suo diritto di esistenza: le premesse per la dissoluzione dello stato di Israele non le pone Hamas ma sono poste dagli stessi sionisti.
Alberto Scherillo
Gentile amica, non si stupisca, questa lettera che lei hai ricevuto le dà l'idea dell'odio che circola fra coloro che poi sembrano invocare la pace. internet è colma si siti che contengono le stesse posizioni. Lasciamole agli odiatori e noi continiamo a far circolare informazione pulita.
Un saluto cordiale,
IC redazione