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Ugo Volli
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E gli attentatori suicidi ? Non sono una questione morale anche loro ? 30/03/2009

E GLI ATTENTATORI SUICIDI ? NON SONO UNA QUESTIONE MORALE ANCHE LORO ?

Cari amici, sapete qual è "la questione morale numero uno al mondo"? Voi direte: la mafia, la fame, l´oppressione delle donne, la schiavitù, la fame, l´inquinamento, la distruzione della natura? Pensate magari alla corruzione, il fenomeno che ha messo in circolazione l´espressione sulla stampa italiana? Ma no! Acqua! Acqua!  "La questione morale numero uno al mondo è"... "la Palestina" naturalmente! E non per i miliardi portati all´estero da Arafat, no, non per la corruzione e le bustarelle della nomenclatura di Fatah e neppure per la barbarica crudeltà dei macellai di Hamas; e neanche per gli scandali sessuali (a proposito lo sapete che gira su internet il video del capo dei servizi segreti dell´autorità palestinese che, pur essendo regolarmente sposato, fa sesso in ufficio con la segretaria? Non saremo noi a scandalizzarci per questo, ma i pretoni di Hamas saranno pronti con le loro pietre a lapidare l´adultera...)
No, le ragioni non sono queste. E allora perché la Palestina sarebbe la prima questione morale del mondo?  Ma è chiaro! Per "L'attacco israeliano su Gaza, con la sua scia di orrore, sangue e distruzione": ce ne assicura un gruppo che si definisce "Action for peace" e che attribuisce la citazione della questione morale numero uno a Nelson Mandela. Ma come fare a eliminare questa grande questione morale? Be´, lo dice il nome del gruppo: con l´"action", è chiaro, bisogna agire. Ma che "action"? Chiamiamo la polizia? I pompieri? I giudici di mani pulite? No, i nostri action propongono una sigla con vaghe reminescenze dalemiane "BDS": che poi vorrebbe dire "Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni". Carino, no? Ha l´aria vagamente manageriale. Lo scopo però è una "guerra economica": danneggiare Israele in qualunque modo.
Certo non ve ne siete accorti, ma in questo periodo, in occasione della "giornata della terra" (naturalmente la terra fra il Giordano e il mare, che dev´essere palestinese e non israeliana) i nostri action hanno cominciato ad agire, o ad agitarsi. Per esempio si sono presentati in un paio di supermercati milanesi con certi manifesti in cui un´arancia spremuta buttava fuori sangue, secondo i vecchi dettami del realismo socialista. La didascalia diceva "Boicotta i prodotti israeliani, non spremere agrumi Jaffa, contrasta l´occupazione della Palestina." Visto com´è facile risolvere le questioni morali. Basta una non action: non spremere! Temo sia improbabile che i nostri attivisti della pace combinino granché, o riducano di molto il tasso di spremuta nella popolazione italiana. Difficile politicizzare gli agrumi.
E però, a parte "la scia di orrore", a Gaza ci sarebbe anche il terrorismo. Come facciamo a evitare razzi Qassam e attentatori suicidi? Non sono una questione morale anche loro? uccidono gente a caso! Una questione piccola, magari, non la numero 1, ma la numero 256, o quel che vi pare. Comunque uccidono, devastano le case, terrorizzano civili qualunque. E allora, che facciamo? Boicottiamo anche noi? Ma che cosa potremmo boicottare di Gaza? Fino a tre anni fa a Gaza c´erano delle serre bellissime, che producevano la miglior frutta di Israele, anche quella col marchio Giaffa. Adesso non ci sono più più. Come mai? Le hanno distrutte gli israeliani? Ma no, lo sappiamo, andandosene gli israeliani hanno lasciato tutto intatto ai palestinesi, in uno di quei segni di buona volontà che non servono mai a niente.  E allora perché le serre non lavorano? Perché non ci sono arance palestinesi, che io personalmente eviterei molto volentieri di spremere per risolvere la questione morale numero 256? Perché le hanno distrutto i palestinesi stessi. E perché? Come segno di lotta e di resistenza, mi dite. Già, si sono boicottati da soli, invece di fare di Gaza un posto produttivo e via via più prospero come poteva essere, hanno deciso di farne la più grande caserma terrorista del mondo. Poi si lamentano che è un carcere. Comunque, bene, ognuno si diverte a modo suo. Ma allora, cosa produce Gaza di boicottabile? Razzi e mortai? Terroristi e attentatori suicidi? Pretoni islamici? Produzione di qualità, certo; ma non serve a nulla di buono, neanche a un boicottaggio. Il dato di fatto è che al supermercato non la trovate. Anche nell´Eurabia profonda, si preferisce farne a meno. Mi sa che dovremo tornare a spremerci le nostre arance, non potendo boicottare le loro.

Ugo Volli


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