Sul CORRIERE della SERA di oggi, 27/03/2009, a pag. 57, in un articolo dal titolo " Colonnello nel pallone, Israele sceglie un allenatore speciale ", Francesco Battistini racconta come la nazionale israeliana si prepara ad affrontare la Grecia domani sera.
DAL NOSTRO INVIATO TEL AVIV — L'ufficiale marca a uomo. Non li mette sul-l'attenti: «Però vi parlerò come ai miei soldati». Sorvola sulle barbe incolte da ritiro: «Ma voglio la vostra attenzione ». Il colonnello Ilan Malka si presenta di pomeriggio al ritiro della nazionale, sala conferenze d'un albergone di Tel Aviv. È un mastino, viene subito al dunque: «Sono qui per aumentare le vostre motivazioni e spingervi alla vittoria ». L'uomo ne sa qualcosa: comandante della Brigata Givati, è l'ufficiale di fanteria che in gennaio ha guidato l'offensiva di terra a Gaza, operazione Piombo Fuso. Domani sera si gioca Israele-Grecia, gruppo 2, partita decisiva per Sudafrica 2010, e il c.t. Dror Kashtan, non sapendo più come caricare i suoi, ha pensato che niente fosse meglio d'un «motivatore» militare. Uno che sia credibile, anche troppo, quando grida: «Combattete come leoni!». Operazione Piombo Football. È da Mexico '70 che Israele non arriva a una fase finale dei Mondiali, l'occasione è storica: la Grecia è in testa, la nazionale biancoblù segue a un punto. Un posto per due, e la sfida è pur sempre con gli ex campioni d'Europa di Otto Rehhagel: «Io ho fatto il possibile — si giustifica il c.t. Kashtan —, ma ho capito che serviva uno stimolo eccezionale ». L'idea l'avevano avuta l'anno scorso al Maccabi di Tel Aviv, chiamando il capitano Yitzhak Gershov: la partitissima di basket fu un trionfo. Per due settimane Kashtan e il suo vice, Moshe Sinai, hanno tempestato di richieste Tsahal, l'esercito israeliano: «Non volevamo uno qualunque. Volevamo uno che fosse stato a Gaza. È arrivato Malka. Non c'è stato bisogno di spiegargli: sapeva già cosa dire ai ragazzi». La prima guerra del football raccontata da Kapuscinski, che fece scoppiare quella vera fra Honduras e Salvador, è niente: nelle parole del colonnello, la partita diventa un'ordalia. Ed è imbarazzante «spaccare il c...» agli avversari, se si pensa ai 1.000 e passa morti (veri) dell'operazione Piombo Fuso: «Questa è una sfida che segnerà il vostro futuro — grida Malka ai giocatori ammutoliti —. Ogni uomo qui dentro ha una grande responsabilità sulle spalle! Gli occhi di tutto il popolo d'Israele sono su di voi!». E poi: «Ci sono grandi aspettative. Avete una missione da compiere, come i combattenti della Givati, come tutto Tsahal!». È un crescendo. «Prima di Gaza, ho chiesto ai miei soldati di rimediare alla figuraccia del Libano », ovvero alla mezza sconfitta del 2006 con gli Hezbollah: «Dissi che non avrei mai tollerato un altro fallimento. E che avrebbero dovuto vincere a ogni costo. Anche voi dovete rimediare ai vostri errori del passato. E capire che sabato pure voi, come i miei a Gaza, non avrete una seconda chance! Questa non è ‘‘un'altra par-tita'': questa è ‘‘la'' partita! E il popolo d'Israele s'aspetta che non lo tradiate, questa volta». Diceva Churchill che si perdono le guerre come fossero partite, e le partite come fossero guerre. Non immaginava che lacrime e sangue fossero la stessa cosa, nel gruppo 2. Il discorso ai giocatori «Sono qui per aumentare le vostre motivazioni e spingervi alla vittoria» Decisi La squadra Israeliana e, nel tondo, il colonnello Ilan Malka (Ap)
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