Riportiamo da SHALOM n°3 del marzo 2009, a pag. 11, l'analisi di Angelo Pezzana dal titolo " Gaza: capire la differenza fra aggressore e aggredito ".
Come hanno affrontato il conflitto con Hamas a Gaza i media italiani ? E’ esagerato affermare che il nostro Paese si è distinto per maggiore equilibrio rispetto ai paesi europei più importanti ? Se consideriamo le due prime settimane, la risposta è che sì, i media italiani, per i motivi che spiegherò tra breve, si sono differenziati da quelli europei, con una informazione che ha tenuto conto della differenza che c’è fra aggressore e aggredito. Israele, dopo aver sopportato con infinita pazienza di essere, giorno dopo giorno,per anni, bersagliato dai missili di Hamas, non poteva far altro che cercare di distruggere all’interno della Striscia l’organizzazione terrorista. Che questo fosse l’obiettivo di Hamas, provocare una strage di palestinesi per commuovere l’occidente attraverso immagini sconvolgenti di vittime civili, è noto da sempre. E’ la tecnica usata con successo da Arafat, la trasformazione di David in carnefice e Golia in vittima, che Hamas ha fatto sua con altrettanto successo. Il problema era cercare di capire se la trappola era ancora in grado di funzionare. Non considerando i giornali che da sempre sono corretti nell’informazione mediorientale, due sono stati i segnali del non allineamento italiano ai media europei, Tgl Rai e il Corriere della Sera. Il primo canale televisivo Rai, con i servizi di Claudio Pagliara, ha sin dall’inizio informato, con cronache e analisi, sulle motivazioni che il conflitto avevano generato. In modo assolutamente imparziale, Pagliara ha fatto capire ai telespettatori come stavano le cose, raccontando semplicemente la verità dei fatti. L’essere un giornalista professionalmente rigoroso, gli ha naturalmente attirato addosso l’accusa di essere filo-israeliano, come sempre capita quando si ha a che fare con gli odiatori di Israele, i quali, soprattutto attraverso internet, l’hanno fatto oggetto delle accuse più pesanti. Abituati, come erano, con Riccardo Cristiano, e poi con Paolo Longo, questi odiatori mal sopportano di vedere e sentire quel che accade, erano (sono) affezionati alla verità confezionata ad uso anti-israeliano, mentre i servizi di Pagliara sono stati (sono) per la nostra Tv di stato una grossa novità. Accanto al Tgl va segnalato il Corriere della Sera, che non è soltanto il primo quotidiano nazionale, per diffusione e influenza, il quale, con intere pagine di corrispondenze e servizi redazionali, ha dato, in un certo modo, anche il là agli altri giornali. Con l’esclusione dei soliti “pregiudizialmente contro”, gli altri, Repubblica compresa, non hanno potuto ignorare il comportamento del Corriere. Intendiamoci, non è che il Corriere si sia schierato dalla parte di Israele contro l’avversario palestinese, molto più semplicemente ha raccontato il conflitto in modo equilibrato, lasciando ai lettori capire da che parte stavano torto e ragione. Nelle prime due settimane, prima cioè che Hamas riempisse internet di immagini di cadaveri causati dall’attacco israeliano, l’opinione pubblica italiana si era fatta un’opinione equilibrata di questa guerra, arrivando persino a condividere le ragioni di Israele, un paese che aveva reagito solo dopo essere stato aggredito. Ma non si erano fatti i conti con l’oste criminale, che quella guerra aveva voluto e provocato, infiltrando i propri covi in mezzo a scuole, moschee, abitazioni civili, per avere un bel campionario di corpi martoriati da usare come clava mediatica contro Israele. Quando queste immagini hanno incominciato a diffondersi, la pagine di tutti i giornali sono tornate al vecchio vizio di non esaminare più con attenzione quello che pubblicano, non sono contati più ragioni e torti, ha prevalso la preoccupazione della tiratura, che, come ognuno sa, tanto più sale quanto più riesce a colpire l’occhio del lettore. Non Tg1, e nemmeno il Corriere, però, che hanno continuamente informato con correttezza. Ma un certo vaccino, nei primi quindi giorni, era stato diffuso, persino il sostanziale silenzio dei paesi arabi, di fatto un mancato sostegno ad Hamas contro il “nemico sionista”, era stato sottolineato nella maggior parte dei servizi. Grazie a questa corretta informazione, il nostro paese è riuscito ad uscirne fuori meglio di altri in Europa, persino nelle manifestazioni di piazza, mentre in Inghilterra,Spagna,Grecia, Francia hanno raccolto folle enormi impegnate a bruciare bandiere e scandire slogans contro Israele, da noi sono state un mezzo fiasco. Il governo è stato vicino a Israele, lo stesso Parlamento, ripulito dalle estreme nelle ultime elezioni, ha tenuto un atteggiamento responsabile. Più di cento parlamentari, dio maggioranza e opposizione, hanno persino solidarizzato con lo Stato ebraico durante la manifestazione organizzata da Fiamma Nirenstein in piazza Montecitorio. Certo, il cessato pericolo non è ancora iniziato, le truppe da sempre arruolate per dare una spallata a Israele non diserteranno le ospitali pagine di gran parte dei nostri giornali, sulle quali continueranno a scrivere le accuse più incredibili su Israele, convinti che a furia di calunnie qualcosa comunque verrà creduto. Certo, andranno avanti, ma una battuta d’arresto l’hanno avuta e non potrà che fargli bene.
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