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Informazione Corretta Rassegna Stampa
23.03.2009 Khamenei detta le sue condizioni ad Obama
Dal Texas, Piera Prister

Testata: Informazione Corretta
Data: 23 marzo 2009
Pagina: 1
Autore: Piera Prister Bracaglia Morante
Titolo: «Khamenei detta le sue condizioni ad Obama»

Barack H.Obama ha da sempre parlato chiaro, tutto quello che come
presidente avrebbe fatto sarebbe stato all’insegna della
riconciliazione con il mondo musulmano.Questa e’ l’immagine che ha
offerto al mondo, sostenuta da una forte volonta’di riallacciare
rapporti diplomatici interrotti con gli stati musulmani e tra i primi
l’Iran e la Siria. Per questo si e' rivolto in un video direttamente
al popolo iraniano e ai suoi governanti a cui  Khamenei ha risposto in
modo ricattatorio dettando le sue condizioni a sfavore di Israele. Una
tale risposta non ci sorprende, era comunque scontata e forse voluta
da Obama che non ha mai difeso le ragioni di Israele (lo ha fatto solo
in campagna elettorale) anche quando la spaventosa marea dell’odio
antisemita ha invaso le strade e le piazze d’Europa per i fatti di
Gaza. Ha taciuto, non una parola ha detto quando noi eravamo
costernati.

Chissa’ che invece non stia perdendo tempo! Quel tempo che invece e’
prezioso per Israele che, minacciato di morte proprio dal regime dei
Mullah, e’ in prima linea e sa dalla storia che deve contare innanzi
tutto su se stesso. Ed e’ per questo che e’ vigile e da sempre agisce
anche in solitaria mentre gli altri governi anche amici si gingillano
in inutili chiacchiere diplomatiche mentre il tempo sta per scadere.
Gli stessi Americani intervennero in Europa troppo tardi, quando gia’
la Shoah s’era consumata. D’altronde nello staff di Obama che lui
stesso ha scelto, non c’e nessuno che sia a favore di Israele, da
Samantha Power a Zbigniew Brzezinsky che gli sono ostili,  fino allo
stesso chief of staff, Rahm Emanuel che e’ piuttosto da considerarsi
fra coloro che sono ”senza infamia e senza lode” che sicuramente a
momento opportuno, insieme alla Clinton fara’ pressioni su Israele
perche’ faccia ulteriormente concessioni territoriali. Obama ha fatto
gia’ una serie di mosse sbagliate, troppe, aveva espresso la volonta’
poi rientrata, ( per le proteste, non certo per la vergogna) di
partecipare con una delegazione alla Conferenza spudoratamente
antisemita di Durban II sul razzismo e aveva nominato Chas Freeman a
capo dell’intelligence.

La volonta’ di dimenticare il passato e di riconciliarsi  con il
mondo musulmano e’ il leit-motiv della politica del presidente, emerso
anche nella sua intervista alla televisione Al-Arabiya quando ha detto
chiaramente che offriva al mondo arabo “a hand of friendship”-una mano
amica-.
L’origine di Obama per via paterna e’ musulmana e forse a lui pesa
l’ostilita’ esistente tra il mondo musulmano e l’Occidente,
un’ostilita’ che vorrebbe cancellare in base ad un imperativo etico
che gli urge dentro, dovuto ad un forte legame affettivo e ideologico
con l’Islam, datato indietro nella sua vita, dalla sua nascita in
parte segreta e da sua madre, Stanley Ann, donna bella, colta e non
convenzionale, anch’ella invaghitasi dell’Islam fino all’amicizia
documentata con i rappresentanti eversivi della sinistra americana,
oggi professori universitari, che non erano certamente amici di Martin
Luther King, l’apostolo della non violenza ed amico di Israele, ma
ideologicamente e di fatto amici di Malcom X che invece aveva scelto
la strada della violenza e della lotta armata.

E’ in questo circolo di ideologhi e di padri spirituali che il giovane
Obama si forma, quelli che gravitavano negli anni 60’ intorno alle
Pantere Nere e a Malcom X  che alcuni ritengono sia stato il padre
biologico e ideologico del neopresidente, se non fosse altro per la
loro straordinaria ed assoluta somiglianza oltre che a ricostruzioni e
a prove.
Si spiegherebbe anche  perche’  l’avvocato di Malcom X, Percey Sutton
scrisse una lettera di raccomandazione per Obama quando si iscrisse
alla scuola di Legge di Harvard ed e’ la ragione per cui il piccolo
Barack sarebbe stato cosi’coccolato e vezzeggiato in quei circoli
intellettuali di estrema sinistra, forse perche’ "nobili genere
natus"?
E si spiegherebbe anche perche’ il neoeletto presidente non sembri
venuto da molto lontano ma sia subito apparso a tutti gli elettori
molto americano e familiare, oltre che per i suoi tratti somatici ed
eleganza, anche per il suo modo di parlare da tribuno. Barack somiglia
a Malcom molto di piu’ di Denzel Washington che interpreta il ruolo
del leader nero nel film di Spyke Lee.
Molta acqua nel frattempo e’ passata sotto i ponti e molto  e’
cambiato da allora, non c’e’ piu’ la lotta per i diritti civili che
vide gli ebrei americani, schierati idealmente e culturalmente contro
il segregazionismo e a favore dei neri, a rischio delle loro stesse
vite;  oggi c’e’invece il terrorismo islamista ed e’ con questo che
dobbiamo fare i conti. Sicuramente la vera origine di Obama a noi non
interessa se non per far piu’ luce sul suo personaggio che sembra
sceso in terra “a miracolo mostrare” e sulle sue innegabili doti di
leader, sia innate e sia in parte alimentate da quanti gli hanno
costruito intorno iconograficamente l’aureola, rafforzando il culto
della sua personalita’, tipico piuttosto dei paesi totalitari di
destra o di sinistra e che mal si confa’ con i principi e i valori
della democrazia.
    Tuttora non capiamo pero’ perche’ dovremmo intrattenerci
interlocutoriamente con dei nemici dell’Occidente e della Democrazia,
che minacciano oltretutto non solo di incenerire Israele ma che
espongono tutto il popolo iraniano e gli altri popoli al rischio di
una  morte nucleare. Come ancora non ci e’ chiaro perche’ piuttosto
Obama non abbia invece fatto sentire autorevolmente la sua voce con un
potente ultimatum da “dies irae” come presidente di una grande ed
antica democrazia. Altro che civettare con chi uccide le donne in quel
modo e chiude la bocca nel carcere delle torture di Evin ai giovani
bloggers e agli studenti universitari che si battono per un Iran
libero, altro che scrivergli una lettera in farsi!
  Il neoeletto presidente, se sentisse cosi’ fortemente quei legami
affettivi con l’Islam dovrebbe invece tentare di nobilitarlo,
facendosi  piuttosto paladino di quelle masse di musulmani reietti e
fanatici, tenuti nell’ignoranza e nella miseria affrancandoli da chi
li sgoverna. Perche’ non tutti hanno capito che la battaglia in atto,
che si combatte asimmetricamente su tutti i fronti del mondo, si
svolge  tra le democrazie e i fondamentalismi, tra la liberta’ ed
oppressione,  tra la modernita’ e l’arretratezza.
La democrazia e solo la democrazia puo’ garantire l’emancipazione dei
popoli attraverso il benessere, l’istruzione e la felicita’; mentre i
governi forti di destra o di sinistra che nella storia sono nati
sempre come nazional-socialismi e comunismi hanno assicurato solo
ricchezza per pochi privilegiati e miseria per le masse diseredate, e
sono poi degenerati nelle piu’ truculente e sanguinarie dittature.

Piera Prister Bracaglia Morante


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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