Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 22/03/2009, a pag. 10 l'articolo di Maurizio Caprara dal titolo " Giochi del Mediterraneo, corteo pro Israele " sull'esclusione di Israele dai Giochi e sulla manifestazione di protesta avvenuta ieri a Pescara.
ROMA — Sotto la neve che cadeva su corso Umberto a Pescara, per chiedere la fine dell'esclusione di Israele dai Giochi del Mediterraneo c'erano ieri, secondo gli organizzatori, 200 persone. Promossa sulla rete di Facebook da un gruppo nato apposta («Contro l'esclusione di Israele dai giochi del Mediterraneo a Pescara »), appoggiata da liberali e radicali locali, la manifestazione rientrava in una campagna in vista delle gare tra atleti di 23 Paesi previste a Pescara dal 26 giugno al 5 luglio. «Ci ha portato la sua solidarietà una consigliera regionale del Pd, Marinella Sclocco », racconta Enzo Biassoni, uno degli organizzatori. Domani il commissario del governo per i Giochi Mario Pescante si incontrerà con il ministro degli Esteri Franco Frattini. Ma la soluzione desiderata dai manifestanti non è alle porte.
Le possibilità sono tre: o tutto continuerà come prima o l'Italia compirà uno strappo o verrà ripreso un percorso per la partecipazione di atleti israeliani e palestinesi, destinati a restare comunque fuori per quattro anni. «L'ho detto a Pescante: è incredibile che nel XXI secolo i Paesi europei rientrino in un progetto che boicotta Israele e si arrendano al mondo arabo», afferma l'ambasciatore dello Stato ebraico a Roma Gideon Meir. «Non è un problema italiano, tutti gli Stati europei dovrebbero dire: non andiamo a giochi mediterranei senza Israele », sostiene. A chi fa notare che a queste gare, inaugurate nel 1951 in Egitto, non partecipano neppure i palestinesi, Meir risponde: «Anche se non sono uno Stato, non siamo contro la loro ammissione ».
La lista dei 23 Paesi va dall'Algeria alla Turchia, passa per la Libia e persino San Marino, privo di coste. «Con Frattini ci sentiamo ogni giorno », racconta il commissario Pescante. «Noi dell'organizzazione non possiamo né escludere né ammettere nessuno. Per le ammissioni lo statuto impone una maggioranza dei due terzi degli Stati e quattro anni di osservazione per verificare se i nuovi rispetterebbero le norme, ad esempio niente boicottaggi», spiega Pescante, deputato del Pdl. «Le gare nacquero per un dialogo europei- arabi. Da anni provo ad aprirle a Israele e palestinesi, ammessi dal '96 alle Olimpiadi », aggiunge. Poi sospira («Con certi metodi le Olimpiadi si sarebbero fermate al '36») e dice: «Si potrebbero non fare i Giochi. Ma ne vale la pena?».
Nello suo partito c'è chi non lo esclude. Fiamma Nirenstein, deputata del Pdl, sostiene: «Esiste una procedura lunga, Pescante non ce l'ha con Israele. Per questo serve uno strappo, come il ritiro dalla Conferenza dell'Onu sul razzismo. L'Italia potrebbe subordinare la sua presenza a una clausola: se ci sono tutti i Paesi mediterranei». Partita aperta. Finale da vedere.
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