Riportiamo da La REPUBBLICA di oggi, 19/03/2009, a pag. 16, l'intervista di Alberto Stabile a Mark Regev, portavoce di Ehud Olmert, dal titolo " Da Israele la risposta ad Assad : ' Anche noi vogliamo la pace ' ".
Questa è la risposta all'intervista al satrapo siriano al Assad di Alix Van Buren e Nicola Lombardozzi pubblicata ieri su REPUBBLICA (e criticata da IC). Ecco l'intervista:
GERUSALEMME - Mark Regev, è vero come ha detto il presidente Assad alla Repubblica che Ehud Olmert era pronto, durante l´ultimo round di negoziati mediati dalla Turchia, a restituire alla Siria tutte le alture del Golan? Il portavoce del primo ministro uscente risponde con un giro di parole. Ma il senso è chiaro: Olmert, come Barak e come, a suo tempo, Rabin, è andato molto avanti nella ricerca della pace con Damasco. Ma quando già il traguardo sembrava raggiunto, improvvisamente la spinta s´è esaurita a causa dei legami di Damasco con Teheran, Hezbollah, Hamas. Val la pena, tuttavia, ripercorrere quei momenti. «Entrambe le parti - racconta Regev - sono arrivati ai colloqui in Turchia con un loro ordine del giorno, una loro agenda. I siriani hanno un´agenda territoriale e volevano che fosse fatta chiarezza su questo punto. Israele ha capito perfettamente quale fosse la posizione siriana. Parallelamente, noi eravamo interessati a sapere e a chiarire che tipo di pace stavano proponendo i siriani».
E cosa hanno detto i siriani a questo proposito?
«Abbiamo avuto diversi round di colloqui indiretti e ci sono stati dei progressi, ma temo non sufficienti. Niente è stato finalizzato e di conseguenza non c´è stato accordo».
Ma la storia di questa telefonata notturna è vera? C´è stata questa triangolazione tra Olmert, Erdogan, Assad?
«Quella notte noi eravamo in Turchia e i funzionari turchi erano in contatto diretto con i siriani. Per cui non c´è stata una conversazione telefonica fra noi e i turchi. Noi eravamo lì. Ospiti del primo ministro turco, Erdogan».
Il quale parlava con Assad di fronte ad Olmert?
«Erdogan parlava coi siriani e non le posso dire se questa conversazione avvenisse o no in nostra presenza».
Il presidente Assad dice che è disposto a riprendere i negoziati con Israele, ma teme che l´ondata di destra che ha portato Netanyahu al governo sia un ostacolo. Cosa ne pensa?
«Non essendo il portavoce del signor Netanyahu non posso rispondere».
Mettiamola così, a suo giudizio la ripresa del negoziato con la Siria è o non è nell´interesse d´Israele?
«Il primo ministro Olmert ha dato e dà grande importanza al binario siriano. Olmert è convinto che sia possibile arrivare alla pace tra Israele e la Siria, non soltanto per il bene di entrambi i paesi ma della regione nel suo complesso, e per questo ha investito tanti sforzi nel tentativo cambiare i rapporti tra noi e loro».
Con la nuova amministrazione americana si apriranno nuove prospettive di dialogo? Nell´intervista il presidente Assad conferisce un´enorme importanza al ruolo americano nella regione e aggiunge che gli Stati Uniti sono l´unico paese che può esercitare pressioni su Israele.
«Voglio rispondere all´ultima parte della domanda. Israele vuole la pace e ha fatto tali sforzi per la pace per cui non sono necessarie pressioni. E se da parte siriana c´è lo stesso desiderio di pace, la pace ci sarà».
Ma secondo voi questo dipende molto dai rapporti tra Dmasco, gli Hezbollah ed Hamas.
«Questa per noi è una questione molto importante. I siriani sanno perfettamente quali sono le nostre aspettative. Così come noi capiamo benissimo quali sono le loro».
Il presidente Assad dice che, su questo punto, sta già facendo qualcosa. Per esempio, si starebbe adoperando perché le fazioni palestinesi trovino un accordo. Il che nel quadro della crisi di Gaza è molto importante.
«Credo che nell´ultimo anno sia sul versante libanese che su quello palestinese non stiamo vedendo un comportamento così positivo da parte della leadership».
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