Sulla STAMPA di oggi, 15/03/2009, a pag.7, una cronaca di Aldo Baquis, dal titolo " Morte in diretta al Tg della sera, Israele sotto choc ", che riteniamo interessante per due aspetti. Il primo riguarda l'informazione così come viene data nei paesi democratici, é giusto che non vi debbano essere controlli o limiti ? il secondo è l'appartenenza del giovane finito in un campo minato, un arabo israeliano, appartenenza correttamente non riportata nelle titolazioni ma solo nel testo. Che abbiamo letto, condividendone la morale, ancora più forte perchè lasciata al giudizio dei lettori. E questo sarebbe lo Stato dell'Apartheid ? Ma via ! Ecco l'articolo
TEL AVIV
Mercoledì sera, mentre gli israeliani erano intenti a cenare, il telegiornale di Canale 10 ha proposto loro un «piatto forte»: le immagini di un uomo che precipita verso la propria morte. Certo l'anchorman Yaakov Eilon ha avvertito i telespettatori che si trattava di «immagini forti». Ma poi la regia ha egualmente mandato in onda un filmato di settanta secondi che riprendeva due membri della Unità scelta 669 dell’aviazione militare mentre coraggiosamente assistevano il 24enne Ala Aghbaria, un arabo israeliano entrato inavvertitamente in un campo minato nella zona di Beit Shean (Lago di Tiberiade), durante una escursione. L’esplosione di una mina gli aveva amputato una gamba. Mentre attendeva i soccorsi, Aghbaria aveva perso copiose quantità di sangue ed era infine svenuto.
La telecamera di Canale 10 ha poi ripreso i due militari mentre con grande cautela, dopo averlo legato con una fune, lo facevano salire verso l’elicottero che volteggiava sulle loro teste, si sforzavano di farlo entrare nella carlinga, per poi perdere all’improvviso il controllo della situazione. A quel punto Aghbaria è caduto in picchiata, da un’altezza di circa 30 metri, sfracellandosi a terra. Israele tutta si interroga se fosse davvero necessario mostrare il dramma mentre si compiva. La polizia israeliana aveva cercato di sequestrare le immagini fermando anche il cameraman. Invano. Un’ora dopo la tragica morte, le immagini sono state mandate in onda.
La vicenda ha ricordato in Israele il dibattito sulla copertura degli attacchi alle Torri Gemelle e sulle riprese di chi si era gettato nel vuoto. Altri ritengono che quella televisione abbia voluto registrare un piccolo successo rispetto a due reti concorrenti che non avevano a disposizione il filmato. In definitiva resta la terribile desolazione della famiglia Aghbaria, costretta a condividere il proprio dramma con centinaia di migliaia di spettatori senza nemmeno essere stata interpellata.
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