I turchi non bisogna mandarli al diavolo, ma ' comprenderli ' 12/03/2009
I TURCHI NON BISOGNA MANDARLI AL DIAVOLO, MA ' COMPRENDERLI '
Ve lo ricordate quel primo ministro danese che ha un nome che somiglia a un attacco di tosse: Anders Fogh Rasmussen? Qualche anno fa Berlusconi aveva dedicato una delle sue gaffes più clamorose: il 4 ottobre 2002 aveva detto ai giornalisti (secondo Repubblica) "Rasmussen è il primo ministro più bello dell'Europa. Penso di presentarlo a mia moglie perché è anche più bello di Cacciari. Con tutto quello che si dice in giro... ". Lui aveva sorriso “un po’ disorientato,” dicono. Ora gli è capitata un’altra strana avventura, un po’ più seria in verità. Sembra che Rasmussen sia oggi il candidato più accreditato alla segreteria generale della Nato. Anzi che lo fosse, perché uno dei soci più importanti dell’alleanza si è messo di traverso. Il guastafeste è, manco dirlo, la Turchia, unica contrada islamica dell’alleanza atlantica, che negli ultimi tempi ha fatto dell’islamismo la propria bandiera. Quel che ci interessa è la ragione di questo rifiuto. Rasmussen secondo il premier turco Erdogan non merita di essere il principale referente politico dell’alleanza, perché a suo tempo non ha fatto abbastanza per bloccare la famose vignette “contro l’Islam”: cioè non ha represso la libertà di stampa. Insomma, non è abbastanza euroarabo per Erdogan, ha la schiena troppo dritta. Cosa hanno allora fatto gli europei? A quel che se ne sa, niente, naturalmente, se non dichiarare che solo Obama può risolvere il pasticcio. Perché naturalmente i turchi non bisogna mandarli al diavolo, ma “comprenderli”. Per fortuna la Turchia non è ancora entrata in Europa, anche se pare che fra i sostenitori principali della sua ammissione ci sia il nostro primo ministro, ammiratore del bel vichingo Rasmussen. Quando si dice che un bellezza non è tutto…