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L'Opinione Rassegna Stampa
10.03.2009 Rai 3 unisce la sua voce al coro anti-israeliano
L'analisi di Michael Sfaradi

Testata: L'Opinione
Data: 10 marzo 2009
Pagina: 9
Autore: Michael Sfaradi
Titolo: «Rai 3 unisce la sua voce al coro anti-israeliano»

"PRESA DIRETTA, MENZOGNA PERFETTA", suggeriamo questo slogan per la trasmissione di Rai 3, un po' di verità almeno nella pubblicità.

Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 10/03/2009, l'articolo di Michael Sfaradi dal titolo " Rai 3 unisce la sua voce al coro anti-israeliano " sulla disinformazione fatta dai media italiani sull'operazione Piombo Fuso.  Purtroppo di Claudio Pagliara ce n'è uno solo, e la Rai rimane quello che è sempre stata, non solo il terzo canale. I servizi di "Presa Diretta" son stati pura, indecente  propaganda.            Ecco l'articolo:

Ricordate Mohammed al Dura? Il bambino "morto" fra le braccia del padre durante uno scontro tra palestinesi ed esercito israeliano? si trattava di una "Bufala giornalistica". A decretare la montatura è stato un tribunale francese che ha obbligato l'emittente France 2 a mettere a disposizione anche gli altri filmati girati prima e dopo lo scontro a fuoco. Dalle immagini tenute nascoste si capiva che si trattava di un falso ad uso e consumo della propaganda palestinese. Questo è stato soltanto il caso più eclatante, ma di invenzioni contro Israele ce ne sono state sempre in quantità industriale, segno che la fantasia non ha limiti. La sera dell'otto marzo Rai tre, nell'ambito del programma "Guerre" ha mandato in onda un reportage dalla striscia di Gaza e uno soll`Afganistan. Per quanto riguarda Gaza, il reportage, inutile dirlo, era totalmente a senso unico. Sono stati intervisti medici palestinesi che hanno parlato a lungo delle ferite da fosforo bianco dichiarando, davanti alle telecamere, che non erano a conoscenza dei metodi di cura. Non è stato però detto, e questo lascia pensare, che ci sono dei canali di comunicazione, aperti 24 ore su 24, fra gli ospedali palestinesi e servizi sanitari israeliani, canali che sono usati giorno per giorno, anche durante la guerra, per consentire lo spostamento di malati gravi o feriti verso gli ospedali israeliani. Ci chiediamo come mai a nessuno, da parte palestinese, sia venuto in mente di alzare il telefono e chiedere lumi. Innanzitutto c'è da mettere in chiaro che gli Stati uniti ed Israele non hanno firmato il protocollo di divieto all'uso di tale arma che, in ogni modo, non è considerata arma non convenzionale e il cui divieto riguarda solo l'uso in zone densamente abitate dalla popolazione civile. Durante l'operazione "Piombo fuso" (ci sono testimonianze palestinesi che lo confermano) la popolazione è sempre stata avvertita con telefonate, messaggi ed altri mezzi, con un lasso di tempo utile per potersi allontanare dalle zone che sarebbero state colpite. Questo non è stato detto come non è stato ricordato che sono stati proprio i terroristi di Hamas, armi alla mano, ad obbligare i civili a rimanere nelle loro case costringendoli così ad essere scudi umani o vittime da esibire ai media internazionali. Si è poi completamente sorvolato che il ministero della sanità israeliano ha organizzato un ospedale destinato alla popolazione civile palestinese al confine con striscia di Gaza e che i terroristi di Hamas hanno minacciato di ritorsione chiunque avesse fatto richiesta di aiuto agli israeliani. La troupe della Rai, armata di telecamere e microfoni, ha poi accompagnato un gruppo di volontari di O.N.G. internazionali e di contadini palestin esi per filmare la reazione israeliana ogni volta che qualcuno si avvicina alla linea di confine. Con la scusa del raccolto del prezzemolo si sono avvicinati a meno di 1 km dalle reticolato di confine innescando automaticamente la reazione delle sentinelle. È fatto divieto (e questo i palestinesi lo sanno) a chiunque di avvicinarsi e questo per due motivi: il primo per allontanare i mortai e tenerli fuori portata delle abitazioni civili non dimentichiamo le migliaia di volte che la popolazione israeliana è stata presa di mira, proprio da quelle zone, dai mortai. La seconda è per non permettere la costruzione di tunnel verso Israele, tunnel che potrebbero servire per sanguinosi attentati terroristici. Le immagini hanno descritto i soldati israeliani come dei veri killer ma guardandole bene si capisce che questi sparavano in modo da non colpire; non si spiegherebbe altrimenti come mai nessuna delle persone, in piedi con delle pettorine gialle, non si sia neanche graffiata. Accompagnando un palestinese all'interno delle rovine della sua casa si sono voluti far passare i segni di fiammate sul muro come se fossero prove dell'uso del fosforo bianco, ma guardando bene le immagini si nota che gli aloni neri hanno come punto di origine delle prese e degli interruttori elettrici, sembrano fiammate da corto circuito. Nessuno nega che la casa sia stata bombardata, ma per asserire l'uso del fosforo bianco servirebbe qualche prova in più. Si fa vedere poi una scritta di scherno, in arabo, che un soldato israeliano avrebbe lasciato su uno dei muri. Anche questo è strano avrebbe dovuto essere in ebraico o in inglese. Anche se di grande effetto il programma di Rai tre non si allontana dal solito andamento di propaganda al posto dell'informazione. Non si è accennato agli oltre 13 mila missili palestinesi lanciati verso Israele negli ultimi otto anni ed alla detenzione di Gilad Shalit, da oltre 1000 giorni con il divieto alla visita della Croce Rossa internazionale, vero motivo che spinge Israele a tenere sigillati i varchi di confine. Siamo alla vigilia di Durban II e sicuramente la propaganda filo palestinese coglierà ogni occasione per preparare il terreno alla prossima kermesse anti-israeliana.

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