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Patti lateranensi anche in Israele? Botta e risposta 12/03/2009

Pubblichiamo la risposta del lettore Dario Bazec alla mail inviataci da Xenia Gandini in data 10/03/2009 ( che ripubblichiamo):

Ecco la e-mail di Xenia Gandini:

Ricordo agli amici israeliani che il Cenacolo è un bene comune dell'intera umanità e che quindi non può essere rivendicato come proprietà privata dal Vaticano, pardon dallo Stato Città del Vaticano.  I cristiani non cattolici sono molti e penso che, in gran parte, preferiscano che la proprietà del cenacolo sia in mano israeliana piuttosto che sotto la protezione delle guardie svizzere. I cristiani non cattolici sono talvolta costernati dall'enorme quantità di benefici che in Italia i cosiddetti "Patti lateranensi" e le loro successive modifiche e revisioni hanno conferito ad uno stato straniero quale lo Stato della Città del Vaticano. Vedono con profonda preoccupazione che l'azione diplomatica dello stato vaticano è tesa a conseguire gli stessi benefici anche in altri stati, finora liberi da simili gravami, quale lo Stato d'Israele. I  cristiani non cattolici sperano che una sana laicità dello stato possa fungere da argine a pretese ridicole ed eccessive quali quelle dello stato vaticano. Non dimentichino gli amici israeliani che il nemico più subdolo dello stato di Israele non sono coloro che lo minacciano con le armi, ma coloro che usano spregiudicamente della diplomazia per arrivare a conseguire i propri obbiettivi , ovvero la sottomissione ideologica dello stato di Israele. Questo sarebbe solo il  primo passo per arrivare, un poco per volta, passo dopo passo alla sua messa in stato di accusa ed impedirgli così ogni azione tesa al mantenimento della sua libertà.

Cordiali saluti o meglio shalom

Xenia Gandini

E la risposta di Dario Bazec:

Cari amici,
se la lettrice ha espresso il suo parere, penso sia giusto far sentire anche un altro parere, in base al ben noto principio di diritto romano: audietur altera pars; che in questo contesto significa si ascolti anche un altro parere.
Peraltro la questione trattata nella mia osservazione non è una questione religiosa, ma prettamente giuridica. Infatti in base a cosa il Regno d'Italia s'impossessò dei beni della Chiesa, che, sino a prova contraria, da valersi in giudizio, erano legittimamente posseduti dalla stessa Chiesa?
Ciò di cui la lettrice è costernata è l'enorme quantità di benefici, che a detta di lei, gode lo Stato della Città del Vaticano, peraltro non si capisce a quale titolo considerato straniero. Benefici soltanto apparenti, perché altro non è che una parziale restituzione di quanto era stato tolto.
A parer mio è la lettrice che è entrata in questioni religiose.
Comunque non ho voglia di litigare. Semmai consiglierei alla lettrice di studiare un po' di più la storia e il diritto, prima di proferire parole senza costrutto.
Saluti
Dario Bazec


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