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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Irena Moczulska - Nell´inferno sovietico 10/03/2009
Nell´inferno sovietico Irena Moczulska
Traduzione di Augusto Fonseca
Zane Editrice Euro 20,00


Se la storiografia sui lager nazisti è ampia e numerosi sono i saggi e le
memorie dei sopravvissuti che raccontano l´indicibile tragedia del popolo
ebraico non si può dire lo stesso per la produzione letteraria sugli strumenti
di potere utilizzati dal totalitarismo sovietico: i gulag.
La tremenda realtà dei gulag sovietici, rivelata in occidente per primo da
Solgenitsin come aberrante fenomeno dell´epoca staliniana si è andata rivelando nella sua vasta dimensione di tragedia umana da un paio di decenni a questa parte, anche a seguito delle aperture democratiche, attraverso le memorie dei sopravvissuti, storie intense di vita vissuta.
In questo filone si colloca lo straordinario libro di memorie di Irena
Moczulska che, grazie all´efficace traduzione di Augusto Fonseca, giunge al
pubblico italiano come un nuovo tassello, un prezioso frammento nella
conoscenza di un periodo storico caratterizzato dal genocidio rosso-sovietico
ancora poco conosciuto.
"Nell´inferno sovietico" ripercorre con una prosa scorrevole e coinvolgente
la vita di Irena Moczulska dal maggio del 1939, quando nel cortile del ginnasio-
liceo Pilsudski ritira il diploma di maturità liceale, al suo ritorno nell´
amata Polonia dopo i duri anni trascorsi come deportata nel Kazakistàn.
Dopo la stupenda descrizione della città di Pinsk "scrigno dei miei anni più
belli", e della rigogliosa natura che la circonda e dopo il ricordo struggente
degli adorati professori - l´insegnante di canto Witezak, quello di biologia
Tadeusz Srela, il sacerdote Don Szczerbicki, uomo di grande umanità e attivo
nell´Associazione Scout Polacchi - l´autrice in un crescendo di emozioni ci
conduce nel vortice della guerra e della deportazione.
Il 17 settembre 1939 segna l´avvento dell´era comunista in Polonia: Irena
Moczulska, insieme ad altri giovani, entra a far parte di un´organizzazione
clandestina chiamata Pow allo scopo di lottare contro l´occupazione sovietica.
Per questa sua appartenenza viene arrestata nel febbraio 1940 e senza alcun
processo deportata in un campo di concentramento nel Kazakistàn
settentrionale.
Per Irena Moczulska inizia un inferno che durerà sei lunghi anni descritto
nei particolari più duri, restituendoci l´orrore della vita carceraria con la
sporcizia, le sevizie e lo squallore quotidiano prima nel carcere di Pinsk, poi
in quello di Minsk, "il vecchio castellaccio di Sapieha" dove spesso sarà
costretta a vivere in isolamento nelle celle di rigore della torre.
E ancora la descrizione del viaggio verso Dolinka che durerà più di tre
settimane "rinchiusi in carri bestiame" in una lotta quotidiana per "non
perdere la dignità di persone, per non finire come gli animali" colpisce per l´
intensità emotiva e per la crudeltà degli aguzzini ma anche per la forza d´
animo che Irena ha sempre conservato anche nei momenti più difficili.
Il libro è arricchito dalla presenza di personaggi indimenticabili, Ingusci,
ebrei, russi e polacchi, che accompagnano Irena, la madre e la sorella
condividendone le disavventure negli anni della deportazione: ad ognuno di loro
l´autrice dà voce rendendoli in tal modo immortali.
Non mancano il freddo, la fame e le malattie ma anche gli strenui tentativi
di Irena di affrontare ciò che la vita le riserva con coraggio e con quella
fede radicata in Dio che testimoniano l´alta figura morale di questa giovane
donna.
Dopo l´amnistia concessa ai cittadini polacchi in Russia che permette a Irena
Moczulska di tornare in patria si aprono nuovi orizzonti di speranza.
Tuttavia la strada che porterà l´autrice a Wroclaw e a ricostruirsi una vita
normale passerà ancora attraverso mille peripezie che non sveliamo ai lettori
per non privarlo del piacere di una lettura affascinante e terribile al
contempo.
Una bellissima immagine delle gemelline di Irena con il vestito da ballerina,
in occasione di un saggio di fine anno della scuola, al termine del libro
racchiude ancor più di qualsiasi parola il messaggio di speranza, di amore e di
fiducia nella vita che l´autrice con grande sapienza narrativa e intensità
emotiva ha saputo trasmetterci.
E´ un libro che merita di essere conosciuto e al quale le nuove generazioni
dovrebbero accostarsi con rispetto per cogliere il valore di una testimonianza
unica perché ogni uomo è unico nella sofferenza che ha vissuto e che gli ha
forgiato la vita.
Consiglio la lettura del libro di Irena Moczulska per non dimenticare mai che
"è in gioco la memoria del mondo, è in gioco il ricordo che sapremo o non
sapremo trasmettere alle giovani generazioni e a quelle che verranno, è in
gioco il rispetto dei milioni di persone che finirono là, subirono i
maltrattamenti più bestiali e furono assassinati. Salvare la Memoria è un
dovere e responsabilità di ciascuno di noi" (Boris Pahor).

Giorgia Greco

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