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Pescante senza coraggio 03/03/2009

Vi invio il testo di una mia mail alla redazione del Corriere della Sera.

 La risposta del Commissario Pescante all'articolo del 25 febbraio scorso circa l'esclusione di Israele dall'edizione 2009 dei Giochi del Mediterraneo è un capolavoro di cerchiobbotismo italico. Pescante afferma: "Vorrei poi aggiungere, come sportivo, che alcune decisioni sono a monte politiche e che continuare a scaricare sul mondo dello sport l'impossibilità  o il fallimento della diplomazia ufficiale mondiale e dare allo sport il compito di risolvere i problemi dell'umanità ha un che di stucchevole". Il Commissario non considera di essere stato nominato dal Governo in carica ed anche in virtù delle sua appartennza politica. Il suo è un compito tecnico e politico al tempo stesso e, quindi, le sue decisioni, seppur tecnico-gestionali, hanno inevitabilmente valenza politica. Comprendo il fatto che l'Italia non abbia potere di intervenire su di una decisione presa da una "maggioranza qualificata" che, evidentemente, ha assai poco di sportivo. Perchè solo nello sport valori quali la lealtà , la pace e la fratellanza hanno la meglio sui contrasti e sull'odio della vita quotidiana, come la tradizione olimpica dimostra (ma forse per Pescante tutto ciò è "stucchevole"). I gesti di lealtà  degli sportivi, soprattutto quando comportano la perdita di un "vantaggio", suscitano ancora l'ammirazione del pubblico, pur se sempre più rari (o forse proprio per questo). Perchè da uno sportivo è lecito attendersi comportamenti leali, anche quando comportano una "perdita" o una "rinuncia". Se Pescante e l'Italia sportiva avessero veramente a cuore la pace e principi quali la tolleranza e la lealtà , dovrebbero assumere una posizione forte e decisa in nome di tali principi, dichiarando l'indisponibilità dell'Italia ad ospitare l'edizione dei Giochi di Pescara, stante l'assenza di spirito sportivo dei Paesi che si sono opposti alla partecipazione di Israele. A questo punto le possibilità  sarebbero due: o si annullerebbero, visto il poco tempo disponibile per una nuova sede, i Giochi del Mediterraneo del 2009, con inevitabili polemiche che consentirebbero di valutare le posizioni "politiche" dei vari Paesi rivieraschi ed il loro reale spirito sportivo; oppure, chi ha escluso Israele dovrebbe rivedere le proprie posizioni. Sarebbe un gesto di grande forza e di particolare valore morale. Ma per farlo bisogna pensarla in modo "stucchevole" ed essere dotati di grande coraggio...

Daniele Coppin


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