Cari amici, non sbagliatevi. Non pensiate che noi italiani siamo particolarmente antisemiti (altri eurarabi lo sono assai di più) e neppure antisraeliani (anche se…) e nemmeno particolarmente filoarabi (se no non tratteremmo gli immigrati come facciamo). Abbiamo un altro vizio: siamo furbi. O peggio: crediamo di dover essere furbi. La nostra è la furbizia dei servi: pensiamo che se uno ha un bastone in mano o fa la voce grossa, se ci può fare del male, anche se ha torto ed è più debole di noi, bisogna aiutarlo. In questi casi, conosciamo una sola soluzione, cerchiamo di fare i simpatici. Sorridiamo al prepotente, facciamo quello che vuole lui, anche contro il nostro autentico interesse. Corriamo sempre in aiuto del presunto vincitore, non importa quanto schifoso, anche se spesso per fortuna poi perde e noi con lui. Ce ne vantiamo, deploriamo l’idealismo come una debolezza morale e adoriamo il cinismo. Gli statisti per noi sono i più furbi, come D’Alema, non quelli che affermano degli ideali. Quelli sono i “profeti disarmati” che noi disprezziamo con Machiavelli. Se ci sono due parti in conflitto, non scegliamo gli amici, o quelli che hanno ragione, ma coloro che strillano di più, o che ci minacciano più pesantemente. Meglio, per piacere a tutti e due ci proponiamo come pacieri. Questa è la ragione per cui abbiamo sempre corteggiato quel povero Gheddafi, che davvero non è nessuno, ma a intervalli regolari ci riempie di improperi, ci minaccia e una volta ci ha anche sparato un missile su Pantelleria, dopo che Craxi gli aveva salvato la vita avvertendolo di un attacco americano (tradendo così gli amici americani). E questo è la ragione per cui l’Italia è sempre stata coi palestinesi contro Israele: gli israeliani non minacciano l’Italia, i palestinesi ci hanno fatto vedere (a Bologna, per esempio) che sono capaci di attentati feroci. E noi, come Arlecchino adoriamo chi ci bastona. E questa è la ragione per cui l’altro ieri sui giornali si leggeva che il governo italiano si propone come mediatore addirittura fra l’Iran e gli Usa e vuole invitare gli iraniani al vertice dei ministri degli esteri del G8 che si svolgerà a giugno a Trieste sull’Afganistan. Che furbata: compiaceremmo gli americani e anche gli islamici. Non occorre essere D’Alema per pensare che coi movimenti terroristi e gli stati canaglia (purché bene armati) “comunque” “bisogna parlare”. Basta essere furbi, furbissimi – e anche simpatici. Cioè italiani – nel senso di Alberto Sordi e di Arlecchino.