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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
01.03.2009 Gli Stati Uniti dicono NO a Durban 2
Il 12 Marzo, Fiamma Nirenstein in parlamento e dimostrazioni in tutta Italia

Testata: Corriere della Sera
Data: 01 marzo 2009
Pagina: 15
Autore: Fiamma Nirenstein-Francesco Battistini
Titolo: «Il 12 marzo in Parlamento-La scelta di Hillary, no al vertice Onu che irrita Israele»

Oggi, domenica 1° marzo 2009, il mese inizia con una buona notizia. Hillary Clinton è contraria alla partecipazione americana alla Conferenza Onu "contro il razzismo" che si terrà a Ginevra il 20-14 aprile, di fatto la ripetizione della fiera antisemita di Durban 1, svoltasi nel settembre 2001, pochi giorni prima dell'attacco contro le Torri gemelle a NY.  Pubblichiamo un pezzo di Fiamma Nirenstein ( da www.fiammanirenstein.it), la cronaca da Israele Francesco Battistini, dal CORRIERE della SERA a pag.15, dal titolo "La scelta di Hillary, no al vertice Onu che irrita Israele ". Informazione Corretta seguirà con attenzione tutti gli sviluppi, informando delle manifestazioni che si terranno in Italia il 12 Marzo, in Parlamento e in molte città per informare sulle vere finalità del convegno di Ginevra, chiamato Durban II.

Fiamma Nirenstein: " Il 12 Marzo in parlamento"

Cari amici,
possiamo essere molto contenti, gli Stati Uniti non andranno a Ginevra il prossimo aprile per la conferenza detta “Durban 2”. Voi tutti sapete di che cosa si tratta, una falsa conferenza contro il razzismo e di fatto una conferenza razzista contro Israele. Mi limiterò a ricordare quando, mentre mi trovavo nella città del Sud Africa nel 2001, gli ebrei con la kippà venivano aggrediti da cortei che marciavano sotto immagini di Bin Laden, e gli slogan antiamericani e il rogo delle bandiere si mescolavano con i cori, i documenti, le dichiarazioni in cui Israele era definita “razzista”, “uno stato di apartheid”, un ragime nazista persecutore dei Palestinesi.
L’onda lunga di quella conferenza ancora si sente, la delegittimazione che ne uscì fece di Israele un paese mostruoso, indegno di vivere perché si pone fuori dagli standard della morale contemporanea proprio in quanto Stato degli ebrei. I dittatori attaccavano i democratici, i paesi Jud enrein quelli in cui tutte le razze e le religioni hanno diritto all’eguaglianza: era un mondo alla rovescia, in cui i dittatori Mugabe, Arafat, Fidel Castro erano gli eroi, un mondo che ha dato il via a un antisemitismo senza limiti, quello genocida di Ahmadinejad che contagia il mondo intero.
Questo rifiuto di Obama segna un grande punto a favore della verità su Israele, anche se sappiamo che la battaglia è lunga e tutta davanti a noi. Adesso dobbiamo dire ai Paesi europei, e all’Italia innanzitutto, che l’onore stesso della cultura dei diritti umani ci proibisce di andare a quell’incontro. La scelta degli USA ci incoraggia, gli inviati americani hanno detto che il testo della dichiarazione finale in preparazione in questi giorni si era trasformato da cattivo a pessimo. Tzipi Livni ha aggiunto che è un testo intessuto di pregiudizi antisemiti. Lo stesso ribaltamento della concezione di diritti umani ha forgiato l’immagine di Israele nei giorni della g uerra di Gaza.
Sta a noi ristabilire la verità. Per questo, come Associazione Parlamentare di Amicizia Italia-Israele, stiamo preparando un convegno che si terrà il 12 marzo, alle ore 16:00, in Parlamento e dove interverranno anche il Ministro Frattini e il professore Gerald Steinberg, esperto di diritto internazionale e da anni attivo nel monitoraggio del processo di preparazione di "Durban 2". A breve tutti i dettagli, intanto: SAVE THE DATE.

Corriere della Sera- Francesco battistini:  " La scelta di Hillary, no al vertice Onu che irrita Israele "

GERUSALEMME — «Inaccettabile ». La prima, netta scelta mediorientale dell'amministrazione Obama è nel giudizio della sua segretaria di Stato. Racconta la stampa israeliana che Hillary Clinton aveva già le valigie pronte, primo decollo verso il Medio Oriente, quando il dossier Durban 2 le è finito per le mani. «Bisogna decidere che fare», l'urgente richiesta dei diplomatici: andare o no alla Conferenza sul razzismo, in aprile, sotto la presidenza del leader libico Gheddafi? Una mezza decisione in realtà era già stata presa da Bush, ma s'attendeva la ratifica. Il no, ancora più duro del previsto: «Il documento preparatorio di quella conferenza è inaccettabile — ha avvertito la Clinton —, mandare una nostra delegazione sarebbe un pessimo inizio». Il primo presidente nero che boccia la seconda conferenza sul razzismo. Si chiama Wcar (World Conference Against Racism), è organizzata dall'Unesco, ma tutti già la chiamano «Durban 2», anche se si terrà nella neutrale Ginevra. Perché ricalca la famosa conferenza sudafricana di Durban, anno 2001, quella che spinse l'allora neopresidente Bush a sbattere la porta, assieme a Israele, per i forti «toni antisemiti» di molti interventi. Ad agosto, da Gerusalemme, c'erano già state le avvisaglie: Itzhak Levanon, inviato israeliano a Ginevra, aveva ascoltato le riunioni preparatorie della conferenza e aveva invitato il governo Olmert a chiamarsi subito fuori. Il boicottaggio era stato deciso in poche settimane, in compagnia del Canada. Gli americani avevano preferito aspettare e i due delegati, Betty White e Felice Gaer, ambasciatori d'esperienza, s'erano sorbiti una trentina d'incontri, prima di confermare: non solo la maggioranza dei Paesi presenti vuole recepire il documento del 2001, quello dove si paragonò il sionismo al razzismo, non solo a indirizzare i delegati sono Cuba e Iran, ma è sicuro che il documento finale di Durban 2 sarà, dopo Gaza, ancora peggiore del precedente.
Gli israeliani sfruttano il primo, aperto assist di Obama: «Con la scusa della lotta al razzismo — dice Tzipi Livni —, questa conferenza è francamente antisemita e antisraeliana ». E girano la palla agli altri Paesi europei: «Che faranno, quelli che condividono i nostri valori»? Più che un atto di forza degli Stati Uniti, che alla vigilia della conferenza egiziana su Gaza non potevano far altro, l'idea d'una Durban 2 appare in Israele come «l'ulteriore prova dell'incapacità dell'Onu di mostrare una minima obiettività su certi temi», dice una fonte diplomatica. In realtà, di «Durban» ce ne sono state altre due nella Storia: nel 1978 e nel 1983. Pure quelle si tennero a Ginevra. Ma c'era ancora il Sudafrica. E non c'era ancora Obama.
Nella tappa israeliana del viaggio, Clinton dovrebbe incontrare Benjamin Netanyahu e Livni. La possibilità di un governo di unità nazionale sembra naufragata dopo l'incontro di venerdì tra il leader del Likud e il ministro degli Esteri. «Il corteggiamento è finito — ha detto una portavoce di Netanyahu —. Se Livni e Kadima cambiano idea, ci possono contattare ».


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