Sul FOGLIO di oggi, 28/02/2009, a pag.2, un servizio molto interessante di Giulio Meotti sui vignettisti italiani che hanno partecipato alla campagna antisemita voluta da Ahmadinejad. I nomi sono pressochè sconosciuti, chissà se diventeranno mai famosi. Quelli che lo sono già si sono ben guardati dal partecipare (Vauro, Apicella & Co.), troppo furbi per cadere nella trappola, stanno bene così come sono, proibito accusarli di antisemitismo, la legge Mancino non li tocca, perchè dovevano andare ? Ecco il pezzo, dal titolo " Alla corte di Ahmadinejad ora spunta pure una carovana di vignettisti italiani":
Roma. L’Iran, impegnato in una martellante campagna contro Israele, ha da tempo elevato le vignette a strumento politico del suo negazionismo delirante. L’ultimo libro voluto dal presidente Ahmadinejad, intitolato “Olocausto”, è composto di immagini che presentano la Shoah come un’invenzione degli ebrei, con i nasi adunchi tipici della propaganda nazista. Il libro mostra immagini di ebrei che varcano le camere a gas, un numero segna “5,999,999”. Un’altra vede un paziente in ospedale avvolto dalla bandiera israeliana che respira lo zyklon B. “Come hanno fatto i tedeschi a mettere il gas dentro se non c’erano fori?” si domanda. Risposta: “Zitto, criminale antisemita, come osi porre questa domanda?”. Pochi giorni fa l’Iran ha convocato 810 vignettisti nella sua quarta città, Tabriz, famosa per i pregiati tapperi, per un concorso dal titolo “No alla guerra”, geniale formulazione su Gaza che ha attirato anime belle e pattuglie dell’antisemitismo islamico. Un’altra occasione del regime per ritrarre Israele come genocida e colonialista Vignette apocalittiche, mortifere e di tabula rasa. Primo si è classificato il polacco Wlodek Wasilewski. Dall’Italia è partita una folta delegazione, la più cospicua fra le nazioni europee assieme alla Spagna. Ne facevano parte Andrea Bersani, che come si apprende dal suo sito Internet sigla delle vignette anche per il gruppo Espresso-Repubblica oltre che per Liberazione; Flavio Maracchia, Alessandro Gatto (quinto nella classifica finale), Gianluca Costantini, Mauro Giovannini, Paolo Dalponte, Paolo Lombardi, Santo Guerriero e Zaza Leonardo (i suoi corti sono stati trasmessi dalla Rai). Gatto era stato premiato in un concorso che sbeffeggiava l’Olocausto: la sua vignetta mostrava una giacca da internato con un riquadro, incorniciato dalle righe bianche e azzurre edietro, come in prigione, il viso triste di un palestinese. Alle pareti della sala di Tabriz splendevano i ritratti dell’ayatollah Khomeini. Il quale ha chiaramente annunciato: “Il regime che occupa Gerusalemme va cancellato dalle pagine della storia”.
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