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L'altro giorno questa mail che riprendiamo č stata inviata al direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli. Pubblichiamo dopo la risposta di Mieli seguita dalla risposta del nostro lettore.
Illustre Signor Direttore Paolo Mieli,
Lettore da sempre del Corriere, ho sempre seguito con attenzione particolare
la rubrica "Lettere al Corriere",fin dai tempi dell'indimenticato Indro Montanelli.
Mi permetta un suggerimento, dettato dalla stima nei confronti della testata.
La rubrica secondo me dovrebbe chiamarsi "Lettere a Sergio Romano" e non
"Lettere al Corriere" -
" Risponde Sergio Romano" come attualmente segnalato, ingenera nel lettore l'impressione che
la linea editoriale sia quella dell'autore di tali risposte. Ignoro se tale sia la veritā, ma ,
visti gli articoli che di recente appaiono sul Suo giornale in materia di Religione, Politica Estera, Ebraismo, Politica Israeliana, la sensazione e che cosi' non sia.
In una lettera che scrissi il 13 Gennaio 2009, (qui allegata) ho giā espresso le mie riserve circa
gli evidenti pregiudizi del Signor Ambasciatore Romano dettati oltre che da una affiliazione alle politiche dellEni, anche da un substrato di antisemitismo ed antisionismo neanche troppo latente.
Potrei mandarLe copia di dozzine e dozzine di lettere inviate a S. Romano, e le relative risposte e censure, ed in ognuna di esse vedrā confermate tali tendenze. Libero l'autore di pensare e scrivere cio' che vuole, pensa, accomoda, ma legare strettamente le sue posizioni a quelle del Corriere mi sembra eccessivo.
Le invio , anche una lettera scritta ieri da Emanuele Segre Amar, nella quale ancora una volta viene
criticato l'autore per la sua fastidiosa e scorretta abitudine , gia' da me riscontrata, di giocare con le parole, i fatti, i silenzi, le interpretazioni, con il solo risultato di ingannare i lettori.
Gli Ebrei Italiani nella loro quasi totalitā non apprezzano veder sacrificata la Veritā per quanto sgradevole essa possa apparire, ma certamente non possono accettare che si contrabbandino per veritā, i pericolosi e velenosi pregiudizi, espressi da un presunto intellettuale che con prosopopea saccente promuove fra l'altro gli interessi per i quali č pagato dallENI, attraverso le righe del Suo giornale, quasi se ne ritenesse l'icona.
Pertanto con umiltā le chiedo di cambiare il titolo della rubrica in oggetto.
Con stima
Giacomo Zippel
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