Cari amici, vi confesserò qual è il mio eroe, quello cui mi ispiro nei dubbi e nelle difficoltà. Si chiama Williamson e nonostante questo nome da lamette da barba fa di professione il vescovo. E´ un eroe, colto, intelligente, acuto, spirituale. Scacciato per una congiura demo-giudaica dal seminario in Argentina dove combatteva incessantemente per la fede dei giovani, non ha mancato di difendersi con la forza morale dei suoi pugni da un´imboscata televisiva all´aeroporto di Buenos Aires. Che virilità! Arrivato a Londra è stato accolto con tenerezza da una ricchissima contessa, ex ballerina o spogliarellista, che si è immediatamente dileguata con lui su una limousine dai vetri oscurati. Che stile! Dopo aver chiesto consigli (che umiltà!) al grande storico della non-Shoà David Irving, un "moderato fascista" per autodefinizione, già vittima anche lui di una congiura demo-giudaica che l´ha lasciato nelle galere austriache per qualche mese, il mio eroe si ha preso l´ardua decisione di chiedere scusa per certe dichiarazioni negazioniste su cui si è impuntata la stampa scandalistica demo-giudaica: l´ha fatto naturalmente innanzitutto al papa, ma anche (che generosità!) ai parenti delle vittime dei "torti" che eventualmente il nazismo avesse commessi. Torti. Eventualmente. Ma sull´esistenza e sul numero di queste vittime ha eroicamente taciuto. Che furbizia! Adesso dicono che forse debba venire in Italia, per chiedere consiglio a Gianni Vattimo sull´attendibilità dei "Protocolli dei Savi di Sion" su cui il grande filosofo ha una certa fiducia, come lui stesso ha rivelato alla stampa l´anno scorso. Che cultura! San Williamson, ora pro nobis! E intanto continua a combattere: boia chi molla!