Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/02/2009, l'articolo " Peres a Saviano: pronti ad ospitarti " a pag. 21 di Menachem Gantz, corrispondente dall'Italia per il quotidiano israeliano a maggior diffusione, Yedioth Aharonot, sull'incontro tra Roberto Saviano e Shimon Peres. Ecco l'articolo:
GERUSALEMME — «Anche noi abbiamo la nostra camorra, caro Saviano. Si chiama Hamas. Non ha un obbiettivo razionale. È brutale. Ammazza le sue donne e i suoi bambini. È la nostra mafia incivile.
Due settimane fa è morto Huntington, il teorico dello scontro di civiltà. Io non sono mai stato d'accordo con le sue tesi, però, ne ho parlato anche con Benedetto XVI: questo è uno scontro, sì, ma fra civiltà e inciviltà. La religione è solo un pretesto per ammazzare.
Non il contrario. E allora serve essere coraggiosi. E combattere queste mafie».
Ore 17.30, palazzo della Presidenza. Con Roberto Saviano, siamo invitati da Shimon Peres: il vecchio leader israeliano, scortato da una vita, vuole conoscere il giovane scrittore che da tre anni non vive più.
Tre quarti d'ora, l'ammirazione reciproca, gli occhi di due persone braccate. L'autore di Gomorra è qui anche per capire: presidente, ma come si fa a campare cinquant'anni sotto scorta? Peres sorride: «L'importante è come ci si sente. Le mie bodyguard sono diventate i miei migliori amici, la mia famiglia. Ma se posso dare un consiglio a un giovane, Roberto, la migliore delle misure di sicurezza è non avere paura.
Io nella vita ho fatto tutto in fretta, perché ho sempre pensato che sarei morto a 30 anni. Invece, guarda un po', ne ho guadagnati altri cinquantacinque! Ho visto tanti codardi morire giovani e tanti coraggiosi morire vecchi. A che serve avere paura?». Per Saviano, il coraggio è un tema necessario. Si leva un anello, lo mostra a Peres che infila gli occhiali e legge l'iscrizione, ad alta voce: «La vigliaccheria è il peggiore dei valori: lo stupido apre la porta, il saggio la chiude. Straordinario! Da dove viene questa frase?
Dove hai comprato questo anello? A Gerusalemme?».
«No, a Roma: è una citazione della Cabala». S'insiste sul tema che più preme, Saviano domanda ancora: lei era vicino a Rabin, quella sera, che cosa provò sentendo gli spari? «Quell'uomo voleva ammazzare anche me. Ma io non sentii paura. Solo il cuore a pezzi, Yitzhak colpito a morte. Non si può tremare in quei momenti. Mai. Anche tu puoi scegliere, Saviano: vivere piccolo come il tuo ego o grande come la tua idea. Io ho scelto l'idea. Tu?».
Saviano ascolta, in silenzio. Peres lo guarda fisso negli occhi. Un altro sorriso: «Ma se non te la senti più di vivere nel tuo Paese, il mio è un invito. Sei il benvenuto in Israele».
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