lunedi` 21 aprile 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
26.02.2009 Il negazionista Williamson incontra il negazionista Irving
Dio li fa e poi li accoppia

Testata: Corriere della Sera
Data: 26 febbraio 2009
Pagina: 21
Autore: Fabio Cavalera
Titolo: «L'ex modella antisemita e il ritorno di Williamson»

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/02/2009, l'articolo " L'ex modella antisemita e il ritorno di Williamson " di Fabio Cavalera a pag. 21 sul ritorno in Gran Bretagna del vescovo negazionista Williamson e della sua decisione di incontrare il negazionista David Irving per chiedergli consiglio su come esporre le sue tesi negazioniste senza suscitare polemiche (!!!!) . Ci chiediamo come mai La STAMPA dedichi a questa notizia (trattata diffusamente da tutti i giornali) solo una breve...
Ecco l'articolo:

LONDRA — In un'intervista al settimanale tedesco Der Spiegel, pubblicata il 2 febbraio scorso, il vescovo negazionista Richard Williamson aveva dichiarato e promesso che avendo lui, «nel corso della vita sempre cercato la verità», ragione per cui si era convertito al cattolicesimo, avrebbe di sicuro sottoposto le sue tesi sull'Olocausto a una nuova attenta riflessione. «Poiché ci sono persone oneste e intelligenti che la pensano diversamente da me, devo di nuovo esaminare l'evidenza storica».
Ora che, espulso dall'Argentina e rientrato ieri a Londra, è venuto il momento di passare dalle parole ai fatti e di valutare il pentimento, Richard Williamson, il lefebvriano sospeso
a divinis sine die, ha subito pensato di avviare lo studio e la meditazione. Ad attenderlo all'aeroporto di Heathrow c'era l'ex reginetta della mondanità ed ex modella, oggi miliardaria signora sessantenne, Michele Renouf, che passa buona parte del suo tempo a tenere alta la bandiera — se così si può dire — dell'antisemitismo e che per l'occasione, davanti alla platea mediatica, ha pure avuto modo di ribadire che «l'Olocausto è diventato una religione e negarne i dogmi una bestemmia». La stessa ex Miss Newcastle si è premurata di organizzare, su Rover color argento, il trasferimento del vescovo in cappellino da baseball, già protagonista di una zuffa con un giornalista televisivo alla partenza da Buenos Aires, verso un ritiro segreto dove colui per il quale «le camere a gas non sono mai esistite » avrà la possibilità di rileggere il corso degli eventi e delle tragedie mondiali.
Ad aiutarlo nel mettere un po' di ordine alle sue idee, in questo isolamento accademico- culturale, ci sarà uno scrittore e storico che però ha una certa fama per avere escluso la responsabilità di Hitler nelle politiche di sterminio, quel David Irving secondo il quale la guerra fu scatenata dagli Alleati e in particolare dal connazionale premier Winston Churchill. Il Times di Londra non ha dubbi: a confortare Richard Williamson ci sarà proprio l'autore di una cospicua letteratura composta per provare che i campi di sterminio furono semplicemente un'invenzione, proprio David Irving il teorico del negazionismo.
A quali risultati approderanno le «nuove riflessioni» è una bella scommessa per chi intende puntare sul mea culpa di Williamson che Giovanni Paolo II scomunicò nel 1988 e che Benedetto XVI, in gennaio, revocando la scomunica ha ricollocato nel girone dei colpevoli ma con possibilità di redenzione, tenendo comunque ferma la sospensione. Non più tardi di una ventina di giorni fa la Santa Sede aveva diramato una nota con la quale chiedeva una «ritrattazione» al vescovo, condizione essenziale per la riammissione alle «funzioni episcopali». La domanda è più che mai ovvia: la «ritrattazione » passerà attraverso il confronto e la revisione storica con David Irving? L'arrivo di Richard Williamson, che comporterà prima o poi una parola pubblica, è motivo di qualche imbarazzo serio per la comunità cattolica e di irritazione per quella ebraica. Il lefebvriano Williamson è chiuso da ieri «nell'esame dell'evidenza storica» e chissà che, nonostante la compagnia di Michele Renouf e di David Irving, non gli suonino di maggior conforto le parole del Pontefice pronunciate quando lui era ancora in Argentina e pensava di non essere espulso: «La Shoah resta per tutti un monito contro l'oblio, la negazione o il riduzionismo».

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sull'e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT