Non è meglio essere vittime che carnefici? 23/02/2009
NON E' MEGLIO ESSERE VITTIME CHE CARNEFICI?
Cari amici, forse vi siete chiesti perché nella nostra Vaticania, provincia di Eurabia, come anche a Nord, in Luterania, ce l'abbiano con voi i più buoni, i veri credenti, quelli poveri e di base e i loro amici. Be', ci sarebbe quel vecchio debito della crocifissione e anche la vostra millenaria ostinazione a starvene per conto vostro, senza volervi assimilare alla nostra superiore reloigione. Ma transeat, sono cose, come dice il deputato Volontè "che si perdonano anche se non si dimenticano". Quel che non va proprio bene è che voi siate uno stato moderno, che non reprimiate l'immodestia dei giovani e la perversione degli omosessuali, che andiate in spiaggia durante le feste e che perfino vi difendiate quando vi attaccano, a costo di fare del male ai vostri nemici. Insomma, siete diventati uno stato moderno come gli altri, non provate neanche un po' a essere santi. A che servite così? Anche alcuni dei vostri qui ve lo rimproverano: non è meglio essere vittime che carnefici? E allora non facevamo bene noi a tenervi nei ghetti, senza tentazioni di laicismo o di potenza? Ascoltateci, tornate a far le vittime, rinunciate alla modernità e allo stato, e noi torneremo a essere volonterosi carnefici, ma particolarmente contriti. Avremo moltissima simpatia per voi, chiudendovi nel ghetto ogni sera e facendo qualche pogrom ogni tanto. Pensateci: perché festeggiare da soli giorno dell'indipendenza quando potreste essere ricordati da tutti il giorno della memoria?