Dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/02/2009, riprendiamo l'articolo " Non date l'Oscar a Kate, kapò innamorata " di Alessandra Farkas sulla richiesta avanzata da intellettuali ebrei americani di non dare l'Oscar al film The Reader, considerato troppo condiscendente verso la responsabilità del popolo tedesco. Ecco il pezzo:
NEW YORK — «Non date l'Oscar a Kate Winslet perché The Reader è un film revisionista e furbacchione ». L'appello, lanciato da intellettuali ebrei americani quali Ron Rosenbaum (autore di Explaining Hitler) e Mark Weitzman del Simon Wiesenthal Center contesta il film diretto da Stephen Daldry, in vista degli Oscar che verranno consegnati domenica prossima a Los Angeles.
Il cosiddetto filone Shoah è da anni uno dei più apprezzati dall'Academy, come dimostra il numero elevatissimo di statuette conferite in passato ad opere dedicate alla barbarie nazista, tra cui Schindler's List
(sette Oscar nel '94), Il Pianista (tre, nove anni più tardi) e La vita è bella
di Roberto Benigni (tre premi nel '99).
Un successo che potrebbe essere replicato quest'anno da The Reader
grazie alle sue cinque nomination tra cui quella di miglior film, miglior regista e migliore attrice per Kate Winslet nel ruolo di una anziana kapò di un lager. «Allori immeritati:
The Reader è uno dei peggiori film mai realizzati sull'Olocausto», tuona ora Rosenbaum, secondo cui «la metafora centrale della pellicola mira a discolpare i tedeschi». «Il fatto che sia stato nominato all'Oscar — conclude il giornalista — dimostra che Hollywood è convinta che basti fare un film sulla Shoah per vincere».
Dalle pagine dell'Hollywood Reporter
il vicedirettore Andrew Wallenstein rincara la dose, accusando gli studios della Mecca del Cinema di sfruttare una tragedia «per fini di lucro». «La sola ragione per cui quest'anno ci sono così tanti film sull'Olocausto — afferma — è la sete di Oscar degli studio». Un numero inconsueto di film sulla Shoah sono sbarcati sugli schermi Usa lo scorso autunno, la stagione migliore per i film candidati all'Oscar. Basta pensare a Il Bambino con il pigiama a righe, Good, Operazione Valchiria, Adam Resurrected
e Defiance-I giorni del coraggio. Ma a scendere in campo a sostegno del trend è l'autorevole Annette Insdorf, autrice di un saggio su cinema e Shoah, secondo cui «Hollywood è attratta da tutte le storie di guerra e redenzione». « The Reader non è un film sull'Olocausto in senso stretto — teorizza — ma la storia di una donna con un segreto antico, vista attraverso gli occhi di un giovane innamorato».
E a difendere il film è anche Scott Feinberg, che sul Los Angeles Times
spiega come «questi film seducono l'Academy perché hanno un messaggio importante da trasmettere. E tengono accesa la memoria mentre l'antisemitismo torna ad imperversare in tutta Europa».
Grande schermo Kate Winslet e David Kross in «The Reader» di Stephen Daldry
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