Da un po' di tempo non riesco a controllare i miei nervi, e divento violento (anche fisicamente) con gli antisionisti. I quali non perdono occasione per manifestare la loro ipocrisia, dicendo di essere "aperti" alla discussione democratica, specie quando questa riguarda l'esistenza d'Israele. Anche se pare che io abbia "torto", CONTINUO A RITENERE CHE L'ESISTENZA D'ISRAELE NON PUO' ESSERE MESSA IN DISCUSSIONE: TANTO MENO "DEMOCRATICAMENTE". Più di una volta mi è capitato di "spintonare" (meglio sarebbe se l'avessi decisamente picchiata) una "mia" infame collega "insegnante" di educazione fisica. Quando dico che Israele non va messo in discussione continua a ripetere ossessivamente che i palestinesi sono stati cacciati: dice di essere democratica e aperta alla discussione, solo perché si mette a "pilluccare" le notizie più peregrine per sostenere le sue idee stercorarie.
Peccato che sia io a fare la figura del pazzo violento, perché non sopporto la violenza delle menzogna. Cosa dovrei fare, secondo voi? Per ora mi limito a rompere ogni rapporto, compreso il saluto. E anche in seguito, altro non si può fare. Ma sul serio con la violenza si passa dalla parte del torto? Io testardamente continuo a sostenere di no.
lettera firmata
Se lei è violento, si mette al livello della sua collega. Può toglierle il saluto, se crede. Oppure può consigliarle qualche lettura che le dia le informazioni che non ha. Purtroppo ,chi è pregiudizialmente contro Israele, in genere non è interessato a pareri diversi. Parli con i suoi studenti, li inviti ad informarsi facendo letture comparate, per esempio leggere il Manifesto e il Corriere della Sera o il Foglio gli articoli su uno stesso argomento. E poi valutarne le differenze. Il tutto con toni pacati e aperti. In genere funziona.
Cordiali saluti,
IC redazione