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Due opinioni su Julius Evola 15/02/2009

Pubb,lichiamo due lettere sul "caso Evola", riaperto da Lucetta Scaraffia sul Foglio e da Marcello Veneziani su Libero.

Evola può essere considerato di identico prestigio filosofico di quanto ne abbia il mago Othelma. La sua popolarità  in intellettuali come Veneziani dimostra il persistere nella cultura della destra italiana riformata (cioè post Fini) di suggestioni irrazionalistiche proprie di una sempre costante ideologia autoritaria e del fuhrerprinzip, nonostante gli apparenti progressi in senso razionale e democratico. Evola partecipò con Himmler, Rosemberg, Preziosi, Acerbo e Interlandi alla formalizzazione giuridica delle teorie della razza: ascoltato sia da Mussolini che da Hitler impose la forma generica della norma dell'articolo 1 della legge 1728 del 17 novembre 1938 allo scopo di regolare con una classe di sussunzione generica la identificazione dei soggetti da discriminare in quanto appartenenti alla razza ebraica, tanto che ignorante in senso giuridico come era finì per determinare la formulazione di una norma giuridica nella quale "ebreo" doveva essere considerato "chiunque mantenga una condotta ebraica". Se si considera che con norme come queste sono state iscritte nelle liste dell'ispettorato centrale della razza (Demorazza) centinaia di famiglie successivamente deportate ad Auschwitz, si ha la misura dell'aberrante contributo di questo imbianchino alla consumazione della tragedia dell'Olocausto. Se la sua ignoranza giuridica giunse a questo livello, la sua vera e propria estraneità  alla filosofia è  un assioma tanto forte che la certezza circa la ignoranza filosofica di chi lo esalta è¨ data proprio dalla relazione inversamente proporzionale fra l'esaltazione di un ignorante del genere e il livello oggettivo della cultura filosofica del suo apologeta. Vale a dire che esiste una equazione certa fra apologia di Evola e ignoranza filosofica. La filosofia è metafisica, nient'altro. E' conoscenza superiore perch訠è intelligenza razionale e non esperienza empirica, tanto che razionalismo e filosofia sono concetti equivalenti. Se io guardo una sfera e la giudico bella o artisitica, ne ho una esperienza estetica o architettonica, non filosofica. Se valuto la stessa sfera come un corpo la cui area equivale a 4 volte il raggio alla seconda per pi greco, allora ne ho una cognizione filosofica. Perchè¨ filosofia è scire per leges non per patacche pittoriche come questo imbianchino ignorante, emulo anche qui di Hitler. Esaminate pure i testi di Evola e vedrete che di questi ragionamenti non se ne troverà  uno, non si troverà cioè¨ un solo giudizio filosofico. Tutti estetici, uno stupidario esoterico che condivide con Guenon e con altri veggenti dell'oroscopo. Veneziani quindi ha palesato per l'ennesima volta la sua radicale e irimediabile estraneità  alla filosofia, cioè¨ alla conoscenza razionale. Bisognerà  dirlo a Fini, perchè¨ se Fiamma Nirenstein bacia in pubblico Ignazio La Russa nell'ambito della riconciliazione voluta da chi ha finalmente ammesso che il fascismo è¨ il male assoluto, è opportuno non correre il rischio del bacio di giuda cioè di baciare come amico chi esalta Evola. Il braccio destro di Himmler in Italia.

Vitaliano Bacchi

Suggerirei a Veneziani e alla Scaraffia di leggere l'articolo di Evola, pubblicato su "la Difesa della Razza" e ripubblicato nella prima metà degli anni Settanta su un opuscolo "con una tiratura limitatatissima destinata ai cultori ed agli studiosi del grande pensatore" . Così è scritto nella presentazione. L'opuscolo porta lo stesso titolo dell'articolo:" Psicologia criminale ebraica".  E poi guardare in faccia i summenzionati intellettuali.

 Gianni Del Zoppo


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