Miei cari, la rivista Magazine del Corriere della Sera, uscito ieri, a p. 26, nell'articolo su Tzipi Livni a firma F.Bat. recita testualmente: "A 51 anni, due figli, una riservista che ha partecipato al massacro di Gaza, Tzipi Livni non è tipa da imbarazzarsi". Volevo segnalarvi questo "topos", rilasciato quasi come "definizione acquisita" o dato acquisito, "massacro di Gaza". Io sto comunque per scrivere al Magazine... Cari saluti
Shalom
Salvatore Tolone Azzariti
allego copia della e-mail inviata al Corriere della Sera:
Gent.mo Magazine del Corriere della Sera, leggendo il vostro ultimo numero (6, del 12 febbraio 2009) mi ha colpito a p. 26 lo spazio dedicato da F.Bat. (mi scuso, ma non sono riuscito dal vostro Sommario a risalire al nome dell'Autore nella sua estensione) a Tzipi Livni, "La politica da discoteca", in particolare l'espressione "massacro di Gaza" usata incidentalmente dal vs. collaboratore in un passo: "A 51 anni, due figli, uno riservista che ha partecipato al massacro di Gaza, Tzipi Livni non è tipa da imbarazzarsi". Non avendo bene inteso l'argomento più generale che si voleva sostenere (mi è dato pensare, ad esempio, che sia il coraggioso popolo di Israele più in generale a non "imbarazzarsi" nonostante i continui bombardamenti di cui è fatto oggetto, con missili ed attentati suicidi), mi permetto umilmente di chiedervi delucidazioni in ordine al senso di tale inciso giornalistico, se di questo dovesse trattarsi. In particolare se l'espressione "massacro di Gaza" sarà d'ora innanzi un topos storico e/o pubblicistico di generale adozione del vs. Giornale, da scriversi, mercè graduale acquisizione da parte del lettore, con la maiuscola (Massacro di Gaza) o se appartiene ad un'espressione di necessaria sintesi che F.Bat. ha ritenuto, invidualmente ed al meglio, di fornire su quanto di molto più ampio e complesso accaduto recentemente su quei Territori.
Vi ringrazio per lo spazio e l'attenzione concessami,
Distinti saluti
Salvatore Tolone Azzariti - Oxford, United Kingdom