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Il Foglio Rassegna Stampa
13.02.2009 America, ebrei e donne: le tre fobie del regime iraniano
L'opinione di Amir Taheri

Testata: Il Foglio
Data: 13 febbraio 2009
Pagina: 3
Autore: La redazione
Titolo: «L'Iran ha tre fobie: America, ebrei e donne. Parla Taheri»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 13/02/2009, l'articolo " L'Iran ha tre fobie: America, ebrei e donne. Parla Taheri ". Ecco l'articolo:

Roma. Nei giorni scorsi schiere di pasdaran, mullah e leader iraniani hanno reso omaggio alla memoria dell’ayatollah Khomeini per il trentennale della Rivoluzione islamica. “Trent’anni dopo, la rivoluzione è sempre viva e vivace”, ha proclamato il presidente Ahmadinejad. “La rivoluzione continuerà con la grazia di Dio fino all’instaurazione della giustizia. Anche se la rivoluzione è partita da qui, non si limita ai confini iraniani”. Ogni anno, per ricordare l’arrivo di Khomeini in Iran dopo quindici anni di esilio, tutte le campane di scuole treni e navi suonano alle 9.33 precise. Il giornalista e saggista iraniano Amir Taheri è stato cacciato per volere di Khomeini dalla direzione di Kayhan, il maggior quotidiano di Teheran. Oggi vive a Londra, è un editorialista del Times e autore di libri tradotti in venti lingue. Per il trentennale della Rivoluzione islamica, Taheri manderà in libreria un saggio dal titolo “La notte persiana”, in uscita negli Stati Uniti per le edizioni Encounter. “La Repubblica islamica dell’Iran ha tre fobie”, ci spiega Taheri nell’intervista di anticipazione al libro. “Si tratta delle donne, degli ebrei e dell’America”. Nel libro Taheri descrive le attività delle brigate islamiche della moralità, il negazionismo dell’Olocausto, le stragi ordite da Khomeini, l’esecuzione degli omosessuali e altri orrori del khomeinismo. Il libro svela quindi il vero volto del regime, i suoi fini, strumenti e ideologia. “Il mio libro vuole mostrare la dualità dell’Iran, il doppio Iran, che è come il dottor Jekyll e Mr. Hyde. C’è l’Iran come nazione che vive nel mondo moderno e l’Iran come rivoluzione khomeinista che è in guerra con la modernità, un regime antisemita, antidemocratico, misogino e antimoderno”. Veniamo alle tre fobie: ebrei, America e donne. “Gli ebrei sono odiati su basi religiose perché avrebbero rotto il patto con il Profeta e Maometto li massacrò per questo. Khomeini diceva che gli ebrei sono la radice del male e che vogliono dominare il mondo sulla base di una ‘falsa religione’. Le donne sono pericolose perché l’islam le vede come tentazione e traditrici. L’America è odiata perché è il solo paese che resiste all’islamizzazione mondiale. Per me l’Iran è immerso in una notte, come recita la tradizione persiana. I trent’anni di regime hanno assunto la dimensione di una notte mitologica”. Non c’è antisemitismo nel popolo iraniano. “E’ l’ideologia della rivoluzione a essere antisemita. Per avere appeal sugli arabi, Khomeini ha inventato una cultura antigiudaica radicale, sebbene l’Iran non abbia confini contesi come gli arabi con Israele. L’Iran come nazione è alleata di Israele, come rivoluzione è nemica mortale. Israele è ideologicamente decisivo per l’Iran in quanto alleato americano nella regione. E’ la Rivoluzione ad aver creato l’antisemitismo. Ci sono stati ebrei in Iran da sempre, non ci sono mai stati ghetti, gli ebrei sono stati parte della storia e della società iraniana. Gli ebrei iraniani parlano farsi, non ebraico. E come nazione gli iraniani sono tra i pochi al mondo ad essere ancora filoamericani”. Distinguere fra l’Iran nazione e la Rivoluzione è dunque decisivo per capire come affrontarlo. “Non si negozia con una causa. L’Iran vuole dominare tutto. All’Iran come regime non interessano gli accordi commerciali, interessa l’esportazione della propria visione nel mondo. Non negoziamo con un’entità simile. La si abbatte dall’interno. Ma da quando gli scagnozzi di Khomeini attaccarono l’ambasciata americana, l’America non ha ancora capito cosa stia realmente accadendo in Iran”.

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