Dall'OPINIONE di oggi, 10/02/2009, riportiamo l'articolo " L’esportazione della jihad negli Stati Uniti " di Dimitri Buffa. Ecco il testo:
La crisi economica non è stata ancora scongiurata, anzi è ben lungi dall’esserlo, e magari si è perso anche qualche ministro per strada. Però un primo miracolo, addirittura prima dell’insediamento ufficiale, Barack Hussein Obama, l’ha già fatto: ha contribuito a far portare l’ufficio della jihad islamica a Washington, nella capitale dell’America. Il paese vittima degli attentati dell’11 settembre 2001 alle Torri gemelle di New York. Il tutto grazie a un’iniziativa, che nessuno ha scoraggiato, dello sceicco Yousuf Al Qaradawi, noto predicatore d’odio di Al Jazeera, cittadino indesiderato in Inghilterra ma accreditato teologo islamico negli Usa. Almeno da quando si è cominciata a respirare “l’aria nuova” del presidente in carica. Così lo scorso 28 dicembre 2008 l’agenzia stampa islamista Islamonline.net (IOL), supervisionata dall’eminente chierico sunnita Sheikh Yousef Al-Qaradhawi, ha annunciato di avere aperto un ufficio a Washington D.C. Tra parentesi trattasi dello stesso network dei Fratelli mussulmani che a Gaza si chiamano hamas, in Europa fanno riferimento a Tariq Ramadan e in Italia si basano sull’ Ucoii. E sul suo giro di “moschee fai da te”. Che possa questa agenzia di stampa e di propaganda essere nient’altro che un cavallo di Troia (più Troia che cavallo,ndr) della penetrazione islamista lo ammette senza infingimenti lo stesso al Qaradawi, uno che predica che gli ebrei sono come le scimmie e i maiali e che ogni mussulmano veramente degno di essere chiamato così dovrebbe nella propria vita ucciderne almeno uno. In una brochure per la promozione di Islam on line, infatti, Sheikh Al-Qaradhawi ha detto che “il progetto non è né nazionalista, né mirante a gruppi particolari di persone; è un progetto per tutta la comunità islamica. È il jihad della nostra epoca”. Al-Qaradhawi ha poi aggiunto che “IOL” è un mezzo per “portare questa religione a tutti i popoli del mondo”. Però non parte dall’Arabia Saudita o dall’Iran: parte dalla capitale americana. Al Qaradawi nel suo sermone del venerdì del 9 Gennaio 2009, aeva chiesto di boicottare i prodotti USA, incluso la catena Starbucks, così come, in Gran Bretagna, la catena Marks and Spencer, parlando così: ”Attivate il boicottaggio contro i nemici della nazione. Ogni riyal che pagate si trasforma in una pallottola nel cuore dei vostri fratelli a Gaza e in altri paesi islamici”. Nello stesso sermone ha anche detto “Oh Allah, prenditi questa banda di oppressori ebrei e sionisti .. e uccidili giù fino all’ultimo”. I dietrologi americani hanno una risposta alla domanda “ma Obama che ne pensa?” Ed è la seguente: al Qaradawi, prima dell’entrata in campo dell’Iran a Gaza con il sostegno di Ahmadinejad ai vertici politico militari di hamas era l’idologo sunnita di riferimento di quei terroristi. Ora Obama avrebbe sponsorizzato un patto con al Qaradawi: tu allontani hamas dall’Iran e ci dai una mano cn la tua propaganda Usa-based e noi ti lasciamo libero di ridiventare l’ideologo di quei terroristi anti israeliani. Purchè non agiscano in nome dell’Iran. Un gioco diplomatico pericoloso e spregiudicato cui gli uomini politici israeliani farebbero bene a prestare attenzione appena finita l’ubriacatura elettorale.
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