L'antisemitismo in Italia L'analisi di Piera Prister
Testata: Informazione Corretta Data: 05 febbraio 2009 Pagina: 1 Autore: Piera Prister Bracaglia Morante Titolo: «Dell'antisemitismo e delle mancate pene: Vaticano, D'Alema e Chavez»
Non ci sono osservatori di monitoraggio del crimine dell'antisemitismo che tengano e che possano arginarlo quando dilaga, rompe gli argini e straripa come un fiume in piena, alimentato soprattutto dalla latitanza della giustizia che dovrebbe colpirlo sul nascere. Non bisogna arrivare a questo punto per negligenza, perche' un crimine impunito si rafforza, con il beneplacito della legge. Gia' l'anno scorso il Presidente della Repubblica che presiede anche il Consiglio Superiore della Magistratura parlava di "rigurgiti di antisemitismo," proprio nel giorno della Memoria a cui non faceva seguito una condanna penale o pecuniaria e nemmeno verbale, per esempio diretta ai firmatari di "Gaza vivra'. Solo parole, parole, parole, perche' e' proprio la colpevole latitanza della giustizia che ha permesso all'antisemitismo di rimpinguirsi e di svilupparsi ovunque in patria come anche in terre remote. E' stata forse creata in Italia o in Europa un'Anti-defamation League come qui negli Stati Uniti? Non s'e' fatto niente di niente, un anno fa in Italia avevamo persino l'antisemtismo al governo.Ma chi dovrebbe perseguirlo come reato, lo fa solo a parole come un rito, senza dar seguito alle sanzioni, come e' invece avvenuto in Francia dove il tribunale di Parigi ha inflitto a Jean Le Pen una multa salata o cosi' come in Sardegna dove Ornella Anedda, una perla di giudice del tribunale di Cagliari ha punito con una pena pecuniaria il prof. Pietro Melis, reo di antisemitismo, con sentenza del 05-02-08. Cosi' come e' notizia recente che Angela Merkel chiede spiegazioni a Benedetto XVI sul vescovo Williamson negazionista della Shoah. Sono esempi rari di come si dovrebbe combattere l'antisemitismo. Allora in mezzo a tanta ignavia e menefreghismo, ricorriamo all'ironia e all'invettiva che ci mettano in grado di beffarci degli antisemiti, passando al contrattacco; sono le sole attivita' serie ed intelligenti da farsi che hanno il potere di ridare vigore seppur temporaneamente alle nostre vite, magari solo per riprendere fiato, dopo la gragnuola di colpi che a ripetizione e senza sosta da piu' di un mese a questa parte, sull'onda di un sempre e piu' dilagante antisemitismo ci hanno inferto nel profondo dell'anima. Ma come sono scempi! Dai grandi ai piccoli negazionisti, sono tutti rimestatori dell'antico odio che rigurgita, che si sta ingigantendo e che potrebbe travolgerci tutti, ebrei e non ebrei dato il susseguirsi di brutte notizie, giorno dopo giorno. Che dire di Don Floriano, quel mite pastore di anime, quell'uomo pio timorato di Dio, secondo cui quel gas letale che i nazisti usavano nei campi di sterminio serviva a disinfestare dai parassiti. Il desso, se mai e' andato ad Auschwitz, se li dovrebbe pure ricordare tutti quei barattoli ormai ossidati di verde che sono li' a ricordarci del Male commesso da quei dannati le cui anime s' affollano sulle rive dell'Acheronte, in attesa di essere traghettati al giusto castigo. E quel sacerdote diabolico nega che quel male sia mai esistito e con il suo negazionismo assolve il nazismo che lo ha storicamente perpetrato ed si spiega anche perche' si diletterebbe della lettura della biografia di Priebke -come lui stesso ebbe a dire- piu' di quella dei Vangeli. Non ci si puo' proprio fidare piu', nemmeno degli uomini pii in tonaca e in odor di santita' . Quella di Don Floriano curato del Trevigiano e' la goccia che fa traboccare il vaso, e' un peccato troppo grosso per un uomo cosi' piccolo, un uomo che per ignavia nega la verita' e lo vedremmo volentieri nel vestibolo dell'Inferno, ignudo dietro un' insegna, punzecchiato da vermi e da vespe, anche se recita la parte di chi e'caduto dalle nuvole. Come anche metteremmo quei rappresentanti dell'alta gerarchia ecclesiastica, scismatici e scomunicati che furono sospesi a divinis e riammessi in seno all'ecclesia senza gran pentimento, a testa in giu' appiattiti nelle viscere della terra, in avelli con i piedi fuori sbruciacchiati dalle fiamme, tutti piu' o meno affetti da negazionite acuta. E' la nuova malattia del XXI secolo che come una tabe e' a carattere epidemico ed e' oltremodo contagiosa, che debilita la mente e il cui virus gira anche su internet. Ne sono affetti moltissimi ormai, dai neonazisti che negano la Shoah ai comunisti che non hanno mai ammesso i loro crimini antisemiti in URSS in combutta con i nazisti; dal quel grande "lunatic" di Mahmoud primo di Persia ad altri uomini e donne del mondo politico e culturale; per arrivare ormai agli uomini pii della Chiesa. La lista e' lunga e la conosciamo bene! E noi, non si sa se per una reazione che subito sbotta o per un'idiosincrasia che monta, siamo stati persino indotti a sospettare - in un'atmosfera gialla di intrighi massonici, da fiction stile Dan Brown, autore del best-seller "Angels & Demons" - che persino il Vaticano con la sua longa manus complotti in una tresca con Hamas ai danni di Israele.Come insinuava quel simpatico lettore di I. C. a cui il nostro direttore immantinente ha risposto con un "Beh non esageriamo!".Noi invece, quando abbiamo letto quelle righe in questione, siamo scoppiati a ridere, sempre con deferenza e dovuto rispetto verso chi siede sulla cattedra di S. Pietro. Non ce ne vogliano Lor Signori, ma il fatto e', che, persecuzione dopo persecuzione avvenute anche all'ombra "der Cuppolone", abbiamo un po' i nervi scossi e incominciamo a sospettare un po' di tutti. Ma si', abbandoniamoci a qualche licenza innocente o a qualche piccola vendetta, e restituiamoci un po' di serenita'. Dopotutto ne abbiamo proprio bisogno prima con i fatti di Mumbai; poi quelli di Gaza e il loro travisamento da parte dei media che hanno scatenato marce di odio in tutta Europa ed appelli a boicottare i negozi degli ebrei, e giu' chi piu' ne metta; ed infine con le ultime notizie dal Venezuela dove Ugo Chavez obbliga gli ebrei, ce ne sono circa 15.000, a far le valigie e a sgombrar da quel paese, c'e' poco da stare allegri. Ma la voglia di invettiva non ci abbandonera', e' l'unico antitodo a cotanta malvagita'. E si sa che la satira anche se amara e' liberatoria, ecco perche'gli ebrei ne hanno il primato, dopotutto quello che hanno passato e passano nelle traversie delle loro vite, quale altra arma resta loro se non burlarsi del nemico. Sappiamo ridere della vita e della morte e assaporare anche l'ultimo attimo che ci rimane da vivere, non abbiamo paura anche se qualche brivido lo sentiamo, non ci piangiamo piu' addosso come vorrebbero che facessimo i nostri avversari, siamo diventati piu' forti, le nostre menti e i nostri fisici si sono temprati. Siamo in grado di difenderci, abbiamo uno stato ed un esercito. Ma per carita' non ditelo a Massimo D'Alema, a quel grande statista in kefiah, non ditegli delle virtu' liberatorie del riso perche'nessuno, nemmeno Borat e' stato finora capace di farlo ridere, del riso non ne abbiamo mai visto neppure un abbozzo sotto i suoi celebri baffi. Come faccia a privarsene e restare in questo regime di astinenza ce lo chiediamo, e' sempre serio e cupo da uomo che la sa lunga, e' un duro e il riso proprio non lo sfiora. Anzi quel giorno della prima caduta del governo Prodi, come s'era arrabbiato in Parlamento per dindirindina contro i suoi ex compagni del Pci! Era proprio nero e cipiglioso quel giorno, e che rampogne sono volate dalla sua bocca, dando prova di non saper perdere con eleganza e senza neanche l'accenno ad un mezzosorriso magari sotto i baffi o a denti stretti. E...quale pena del contrappasso potremmo riservargli? Ma e' chiaro, quella di divorziare dall'Unita' con un biglietto scritto di addio -c'eravamo tanto amati- e di leggersi ovviamente ogni giorno, pero' senza sgarrare, tutti gli articoli di Informazione Corretta. Ma che bel supplizio sarebbe per lui! Amen.