Israele non ha bombardato una scuola dell'UNRWA L'articolo di Dimitri Buffa
Testata: L'Opinione Data: 04 febbraio 2009 Pagina: 4 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «False le accuse a Israele di avere bombardato una scuola dell'UNRWA»
Riprendiamo da L'OPINIONE del 4/02/2009 l'articolo di Dimitri Buffa " False le accuse a Israele di aver bombardato una scuola dell'UNRWA ", nel quale viene smentita la notizia che Israele, durante l'operazione Piombo Fuso, abbia bombardato una scuola dell'agenzia Onu per i rifiugiati.
Ecco il pezzo:
Dimitri Buffa : " False le accuse a Israele di aver bombardato una scuola dell'UNRWA "
Ricordate i 43 morti che secondo l’Onu Israele avrebbe deliberatamente causato bombardando una scuola dell’Unrwa a Gaza? Bene, non sono morti nella scuola dell’Unrwa. Ma nella strada che sta fuori e che porta a essa. Una strada completamente infestata dal tiro dei mortai di Hamas e dai cecchini appostati a ogni angolo della strada. Gente che se ne fregava altamente di qualunque passante. L’esercito e l’aviazione avevano sparato tre proiettili di numero per mettere a tacere le bocche di fuoco e involontariamente avevano causato 43 morti tra la popolazione che Hamas usa come scudo umano. Però i 43 non erano dentro la scuola e oramai anche l’Unrwa lo ammette negando falsamente di avere mai sostenuto il contrario. Le bugie di hamas e degli interessati propalatori della propaganda anti israeliana vengono facilmente smascherate dato che hanno le gambe e la memoria corta. Peccato che l’emozione anti israeliana del momento ormai fosse stata già utilizzata “da chi di dovere”, negli stati arabi e nell’Iran, per incoraggiare il nuovo anti semitismo che poi abbiamo visto tutti esplodere in varie forme nella manifestazioni a favore dei poveri bambini di Gaza in tutta Europa. E anche fuori da queste manifestazioni. Per non parlare delle proposte di boicottaggio eccetera. Tutte queste notizie sulla scuola Unrwa vengono fuori da un articolo inchiesta molto informato del giornalista Patrick Martin per il quotidiano canadese “The Globe”. Risalgono al 29 gennaio ma quasi nessuno al mondo si è sognato di riprenderle se si eccettua l’ong Un Watch che nei giorni scorsi è stata anche protagonista di una clamorosa polemica al palazzo di vetro con le ong dei paesi arabi che dominano la Commissione dei diritti umani dell’Onu, a proposito della accusa di “sporoporzione” tra i morti israeliani quelli palestinesi. Nell’articolo si prende la dichiarazione di John Ging, che è il direttore esecutivo dell’Unrwa a Gaza che candidamente ammette che “nessuno all’interno della scuola è stato ucciso da proiettili israeliani” semplicemente perché “quei proiettili sono atterrati al di fuori”. E allora perché le balle raccontate a caldo? “Guardi ai miei statement ufficiali -risponde stizzito Ging al giornalista canadese – non ho mai affermato che qualcuno sia stato ucciso nella scuola, i miei ufficiali non hanno mai avallato queste accuse”. Ah no? “Parlando quella stessa sera con voce rotta dall’emozione dall’ospedale Shifa di Gaza - ricorda l’onesto reporter canadese – Mr. Ging affermo: “quelle all’interno della scuola erano tutte famiglie che cercavano scampo, non c’è nulla di sicuro a Gaza”. E nel suo bollettino quotidiano la World health orgnization (sempre organismo Onu) il giorno dopo diceva: “ il 6 gennaio 42 persone sono state uccise in seguito a un attacco israeliano dentro una scuola dell’Unrwa..” Questi quindi sono i fatti e queste le bugie e le mistificazioni dell’Onu contro Israele. Non risulta che qualcuno si sia non dico scusato ma neanche corretto rispetto alle notizie che uscirono all’epoca. E non è passato neanche un mese. Ma una strage dentro una scuola di rifugiati delle Nazioni Unite fà certamente il suo “porco effetto” per coloro il cui unico scopo è quello di denigrare Israele e giustificare, quando non esaltare, le gesta dei terroristi islamici che combattono lo stato ebraico, non di certo per l’indipendenza del proprio popolo, da essi d’altronde molto mal rappresentato, ma solo con lo scopo di mettere fine all’esistenza dell’odiata entità sionista.
Per inviare il proprio parere all'Opinione cliccare sulla e-mail sottostante diaconale@opinione.it