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Il Manifesto Rassegna Stampa
04.02.2009 Per il quotidiano comunista l'Iran non è un pericolo
ma i fatti dicono il contrario

Testata: Il Manifesto
Data: 04 febbraio 2009
Pagina: 10
Autore: Marina Forti
Titolo: «L'Iran lancia un satellite : 'Ora siamo nello spazio'»

La notizia che ieri l'Iran ha lanciato il satellite Omid (il primo costruito solo in Iran) nello spazio viene trattata da tutti i quotidiani nazionali. Con la consapevolezza, quasi unanime, delle possibili implicazioni di questo fatto : la stessa tecnolgia missilistica che ha permesso di mettere in orbita un satellite potrebbe essere utilizzata per lanciare razzi e testate nucleari su Israele o sull'Europa. Consapevolezza è espressa anche dai titoli. Per esempio:  La REPUBBLICA - " Un satellite l'ultima sfida dell'Iran. Usa e Europa : non aiuta la pace " ; CORRIERE della SERA - " In orbita satellite iraniano. Allarme in tutto il mondo ".
L'unico giornale che privilegia le  posizioni iraniane sminuendo le preoccupazioni espresse da Europa e Stati Uniti è Il MANIFESTO . Un articolo di Marina Forti cerca di minimizzare sostenando, basandosi su fonti iraniane, analisi di non meglio identificati "esperti" citati dalla radio israeliana e sulla dichiarazione di un anonimo funzionario del Pentagono,  che la dimostrazione di forza iraniana avrebbe  un valore esclusivamente propagandistico, senza coneguenze strategiche.
Una tesi senza un fondamento solido, che non può rassicurare, viste le dichiarate intenzioni aggressibe del regime di Teheran

Ecco il testo: "L'Iran lancia un satellite : 'Ora siamo nello spazio'"

L’Iran ha annunciato ieri di aver lanciato in orbita il suo primo satellite «indigeno», di fabbricazione nazionale. Il satellite Omid (che in farsi significa «speranza ») è stato lanciato ieri mattina da una località non precisata nel deserto iranico: anzi, il lancio ha segnato anche l’inaugurazione di un nuovo centro spaziale, con rampe di lancio e una sala di controllo sotterranea. Il satellite, lanciato da unmissile Safir- 2, serve a scopi di ricerca e telecominicazione, ha annunciato la tv iraniana; resterà in orbita da uno a tre mesi. Le autorità hanno confermnato che il lancio è riuscito, «abbiamo stabilito le comunicazione con il satellite». Per l’Iran si tratta di un evento simbolico, fatto coincidere con le celebrazioni per il trentesimo anniversario della rivoluzione. L’Iran «ha conquistato una presenza nello spazio», ha dichiarato il presidente della repubblica, Mahmoud Ahmadi Nejad, presente al lancio: il satellite iraniano aiuterà a diffondere «il monoteismo, la pace e la giustizia». Il ministro degli esteri Manoucher Mottaki, a Addis Abeba in Etiopia, a margine del vertice dell’Unione africana, ha commentato che «la tecnologia iraniana ha scopi puramente pacifici». Forse voleva rispondere agli inevitabili commenti venuti dalle maggiori capitali occidentali, e riassunti nelle dichiarazioni del portavoce della Casa bianca: il lancio del satellite iraniano «è per noi motivo di grave preoccupazione ». «Non possiamo fare a meno di nutrire serie preoccupazioni per lo sviluppo di tecnologie nucleari militari», aveva detto stamane il portavoce del ministero degli esteri francese. L’evento «lancia il messaggio sbagliato alla comunità internazionale» e «sottolinea le nostre preoccupazioni circa le intenzioni dell’Iran», ha fatto eco ilministro al Foreign Office britannico (un viceministro degli esteri) Bill Rammell. Insomma: con il lancio l’Iran dimostra di avere una tecnologiamissilistica capace di essere usata per missili a lungo raggio, magari capaci di portare testate nucleari: questo commentano le cancellerie occidentali. Per la verità, altri commenti relativizzano. Esperti citati dalla radio israeliana dicono che il valore principale di questo «sputnik iraniano» è «propaganda », e che la tecnologia iraniana consiste in gran parte di modifiche su materiale fornito da cina, Corea del Nord o altri. Un funzionario del Pentagono (il ministero della difesa degli Stati uniti) dice (all’agenzia Reuter) che «per gli iraniani è certamente un passo simbolico », ma non ha impatto strategico o tattico: «Questo particolare satellite non cambia i dati del gioco». Il satellite Omid è il primo di una serie che l’Iran conta di lanciare. Tehran ha messo in orbita il suo primo satellite nel 2005 (affidandolo però a un razzo russo)ma sta perseguendo da qualche tempo il suo programma di «autosufficenza spaziale»: il primo lancio sperimentale di un missile capace di portare satelliti risale al febbraio del 2007 , il secondo all’agosto scorso. Il lancio di ieri è «un altro soccesso dei nostri scienziati sotto sanzioni», dice l’agenzia semiufficiale Fars. In questo senso, Omid è davvero un segnale che l’Iran lancia al mondo: non intende soccombere alle sanzioni, dichiarate ormai in tre round dal Consiglio di sicurezza per fermare il programma nucleare iraniano. Proprio oggi a Berlino tornano a incontrarsi i «5 più uno», i membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu e la Germania, per riprendere il dossier nucleare - la prima riunione in era Obama. Per gli Usa ci sarà il diplomatico Bill Burns, preceduto da una dichiarazione possibilista della segretaria di stato hillary clinton: «L’Iran ha l’opportunità di diventare un membro produttivo della comunità internazionale».

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