Scisma cristiano? Rodolfo Chur
Edizioni Associate Euro 16,00
Dopo la recente guerra di Gaza che ha portato lo Stato d’Israele a reagire ai continui lanci di razzi da parte di Hamas sulle cittadine israeliane , dopo le violente reazioni che sono seguite in tutta Europa e che non si possono configurare come “critiche” all’operato di Israele ma vere e proprie manifestazioni di antisemitismo, il saggio di Rodolfo Chur – giornalista che da anni vive e lavora in Israele e che ha al suo attivo esperienze di guerra nell’ex Iugoslavia - giunge a proposito.
Scritto con stile colloquiale e scorrevole che rende di facile accesso anche al lettore comune argomenti complessi, questo saggio non rievoca la Shoah, sebbene lo sterminio degli ebrei rimanga uno sfondo costante del libro, un orrore cui si è giunti per le motivazioni che Chur spiega con rigore storico e competenza.
Tuttavia è lo stesso autore che nella prefazione avvisa il lettore che “queste pagine sono anche e soprattutto una provocazione nonché l’apologia dell’Ebraismo e del popolo ebraico”.
Con toni che a volte sfiorano l’invettiva Chur presenta la realtà e i fatti che hanno portato il Cristianesimo a diventare religione ufficiale dell’impero romano, con tutte le tragiche e mortali conseguenze che ne sono derivate per il popolo ebraico.
Il grido Juden raus è risuonato più volte nel corso dei secoli nella vita degli ebrei. “Oggi è gridato in arabo, ma in fondo cambia solo la lingua; l’ideologia nazista resta seppur nascosta dalla Kefiah”. E a tal proposito Chur non risparmia critiche ai governanti israeliani “ammalati di fare la pace a tutti i costi” e alle loro decisioni che definisce assurde, improvvide e sprovvedute.
Il saggio, che è diviso in tre sezioni, parte da un’accurata analisi storica della percezione – da parte del mondo cristiano - dell’ebreo come “perfido” in quanto persiste a vivere nella menzogna, non riconosce la vera fede e neppure accetta il concetto di Trinità; affronta il tema del sionismo con un breve quadro storico di Israele prima della costituzione dello Stato spiegando la ragione storica che sta alla base dell’utilizzo errato del termine Palestina. Dopo aver affrontato il tema dell’antisemitismo e dell’antigiudaismo, Chur analizza alcune questioni teologiche come l’Unità e la Trinità che definisce “un mistero incomprensibile sapientemente imposto per risolvere politicamente la crisi che attraversava l’Impero e tenere unite le popolazioni sotto l’Impero della Chiesa”. Si focalizza inoltre sulla figura di Gesù che “deve essere inserita nel contesto storico della terra di Israele, attraversata da rivolte e insurrezioni dei nazionalisti ebrei e la sua stessa vicenda – ribadisce Chur – con buona pace delle falsificazioni cristiane, è esclusivamente ebraica”; non manca un’analisi capillare dei documenti come le Epistole di Paolo di Tarso scritte fra il 50 e il 57 d.C. e dei quattro Vangeli, affermando che “nessun documento neotestamentario è contemporaneo a Gesù ….e che nessuno dei quattro vangeli canonici è contemporaneo di Gesù. Sono stati scritti in lingua greca, da non ebrei e per lettori anch’essi gentili”.
Dopo un’analisi della manipolazione dei testi dedica un capitolo molto interessante alla sessuofobia della Chiesa cattolica, illustrando il pensiero di San Paolo, di Sant’Agostino e di Tommaso d’Aquino del quale afferma che “le sue opinioni in tema di sesso e di rapporto con il gentil sesso ancora oggi condizionano la vita dell’Occidente cristiano”.
Fanno da corollario al saggio undici allegati di argomento vario fra i quali i più interessanti sono l’intervento di Piero Terracina sulla chiesa e la Shoah, lo studio del professor Mauro Perani “Lettera sulla santità” pubblicato negli Annali di storia dell’Esegesi e lo scritto di Israel Cohen sul futuro della Palestina, stampato in Gran Bretagna nel 1939.
Risultato di lunghe ricerche e di una lettura approfondita dei principali testi sacri del canone cristiano, questo saggio duro e impietoso – a tratti eccessivo nei toni – si impone per il rigore storico e per l’accuratezza delle tesi esposte sulle quali il lettore può dissentire ma non dimenticare che “…non ci sarà che una sola Auschwitz e non ci sarà mai che un solo ghetto di Varsavia….la persecuzione, la solitudine fra i popoli della terra è affari degli ebrei”.
Giorgia Greco