A giorni, esattamente il 19 aprile, in Israele verra' commemorata la Shoa'. Le solite sirene, il solito strazio, il solito non abituarsi mai a quel suono che entra nel cervello e nella carne, che fa fermare il paese e fa piangere i sopravissuti e tutti gli ebrei del mondo. Nel cortile di una scuola ho visto piangere molti ragazzini sull'attenti ma colla testa bassa a guardarsi le scarpe, un po' imbarazzati dalle loro lacrime. Sono liberi in un paese libero, sono ebrei che ridono e corrono senza paura ma molti avranno avuto un nonno o una nonna morti nell'inferno d'Europa. Altri avranno una nonna o un nonno ancora vivi che si svegliano la notte urlando a causa degli incubi. Forse alcuni avranno dei nonni che si rifiutano di raccontare per paura di morire schiacciati dai ricordi. Molti giovani ebrei di Israele avranno un nonno o una nonna col numero stampato sul braccio e avranno chiesto il motivo di quel tatuaggio tanto diverso da quelli in voga oggi. Avranno ricevuto una tragica risposta , saranno andati in gita scolastica a visitare il Memorial della Shoa' a Gerusalemme. Avranno visto le fotografie, i vagoni piombati, avranno sentito, nel Memorial dei bambini, i nomi di un milione e mezzo di fratellini ebrei ammazzati dai nazisti. Avranno sentito il racconto delle rivolte ebraiche contro i nazisti e l'eroismo degli ultimi ebrei del Ghetto di Varsavia che, in 40.000 soltanto e con poche pistole, riuscirono a tenere a bada l'esercito tedesco prima di essere tutti massacrati. Forse qualche nonno avra' raccontato la storia gloriosa e pazzesca dei fratelli Bielski che sfidarono i nazisti e costruirono un villaggio nella foresta, un villaggio organizzatissimo con tanto di scuole e bagni pubblici, e salvarono cosi' la vita a 1200 ebrei. Tuvia, Asael e Zus Bielski, tre nomi, tre fratelli, una leggenda sconosciuta ma non per questo meno gloriosa. Quando a Tuvia, ormai ottantaduenne, mori' nel 1995, chiesero cosa ricordasse dei nazisti la sua risposta secca fu: "Mi ricordo che erano dei bastardi". Molti dei 1200 ebrei salvati dai fratelli Bielski sono venuti in Israele e avranno raccontato la loro storia ai figli e ai nipoti. Oggi rimane la loro gloria, il loro coraggio, la pazzia che li ha fatti scappare e correre, correre piu' svelti che potevano, cadendo e rialzandosi, mentre i nazisti e loro collaboratori, davano loro la caccia. I loro nipoti e pronipoti sono qui , liberi e forti, orgogliosi di essere ebrei di Israele, sono qui che piangono non solo al ricordo del loro popolo massacrato ma per la consapevolezza che il Male non si e' concluso con la Shoa'. Piangono perche' sanno che una settimana esatta dopo Yom Ha Shoa' ci sara' un'altra sirena che straziera' le loro anime per ricordare le loro mamme, i papa' , i fratelli ammazzati dai nazisti in kafiah. Quel giorno tutta Israele andra' nei cimiteri a piangere e a lavare le tombe dei propri cari, a mettere un fiore ad aggiungere un sassolino, a invocare il nome di chi e' morto mentre andava a scuola o in ufficio o a bere un caffe' al bar oppure dal dottore per sapere se c'era un bimbo in arrivo. Quanti nomi scolpiti dalla tragedia nel cuore di ogni ebreo. lntanto il terribile suono della sirena della Shoa' scandira' nei cuori di tutti gli ebrei di Israele e del mondo quei nomi terribili, indimenticabili, per l'eternita':
Auschwitz
Maidenek
Treblinka
Buchenwald
Mauthausen
Beize
Sobibor
Chelmno
Ponary
Theresienstadt
Warsaw
Vilne
Skarzysko
Bergen-Belsen
Janow
Dora
Neuengamme
Pustkow
Il popolo di Israele vive! |