Con cattolici fanatici e intolleranti come questi non si può neanche andare a prendere un caffé Lo scrive Giorgio Israel che il dialogo ha sempre cercato
Testata: Informazione Corretta Data: 01 febbraio 2009 Pagina: 1 Autore: Giorgio Israel Titolo: «Con cattolici fanatici e intolleranti come questi non si può neanche andare a prendere un caffé»
Per aver criticato la dichiarazione del cardinale Martino di "Gaza come un lager" e aver posto il problema di un maggiore equilibrio del Vaticano nei confronti di Israele, mi sono preso (assieme a Giuliano Ferrara) una scarica di insulti dal condirettore di Libero, del genere "sfacciati prosopopeisti", "stellette e falcette di tolla", con l'ammonimento che «neppure la nobiltà di portare un cognome come Israel» può valere «l'impunità di impartire lezioncine prêt-à-porter alla Chiesa e ai suoi pastori». Poi è venuto sempre su Libero un altro attacco personale concernente le «inutili polemiche» circa il vescovo negazionista Williamson intitolato «Da quali pulpiti si fa la predica a Ratzinger». A parte il fatto che ritengo di avere le carte perfettamente in regola per poter parlare sul tema dei rapporti ebraico-cristiani, ho vanamente spiegato che qui non è in ballo alcun attacco personale a Ratzinger e alcuna predica, bensì un sacrosanto discorso sul negazionismo che non soltanto tante autorità del mondo cattolico hanno perfettamente recepito - a cominciare dalla Chiesa tedesca che ha definito "comprensibilissime" le reazioni di parte ebraica - ma che è stato fatto in primis dal Papa con parole che sono state apprezzate dal rabbinato israeliano e che hanno riaperto la strada al dialogo. Casomai ponevo il problema che qui c'è qualcuno che vuole litigare per forza e scavare un fossato invalicabile tra ebrei e cattolici. E tanto questo è vero che è arrivata la terza botta, ancora su Libero. Ignorando del tutto quanto avevo scritto nelle mie due precedenti repliche, Renato Farina propone un articolo dal titolo «L'ossessione degli ebrei di sorvegliare il Papa» richiamato in prima pagina con l'occhiello: "Perché gli ebrei ce l'hanno con il Papa". Tralascio i contenuti, semplicemente forsennati, tutti rivolti a sottolineare ciò che divide, enfatizzando in modo sconsiderato e rissoso episodi negativi e cianciando di un'inesistente ostilità personale nei confronti di Benedetto XVI. Insomma, invece di contribuire a calmare le acque, una bidonata di benzina lanciata nel modo più spiacevole e sconsiderato. Se da parte ebraica c'è qualcuno che preferisce la rottura ad ogni costo, di certo le firme di Libero hanno deciso di schierarsi sul fronte di chi, da parte cattolica, gode al pensiero di questa rottura. Comunque, se si voleva rendere la vita impossibile a chi questa rottura non vuole, ci si è perfettamente riusciti. Di certo, con cattolici fanatici e intolleranti come questi non si può neanche andare a prendere un caffé.