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“Il Giorno della memoria e l’ipocrisia di certa sinistra”C’è chi l’ebreo lo preferisce sempre un po’ morto, per poterlo compiangere. Ma se prova a difendersi diventa “nazista”Molteplici sono state le manifestazioni antiebraiche che si sono svolte in questi ultimi tempi, da parte di folle islamiche ospitate nel nostro Paese e hanno creato imbarazzo e turbamento per le autorità preposte all’ordine pubblico.
I manifestanti islamici, coadiuvati dai loro servi sciocchi della falsa e sbandata sinistra, hanno berciato contro l’azione di difensiva di Tsahal a Gaza, volta a neutralizzare i punti di lancio dei razzi Qassam e Grad e quelli di base del tiro dei mortai, che hanno colpito le città israeliane. Le città del Neghev - come Sderot, Ashkelon, Nismit e altre ancora - sono state per lungo tempo martirizzate dal lancio indiscriminato di migliaia di razzi, dopo la violenta presa di potere da parte di Hamas del territorio della Striscia di Gaza, a scapito dell’Autorità nazionale palestinese del presidente Abbas. Nessuno, in Occidente e nel nostro Paese, si è minimamente peritato di manifestare contro i continui bombardamenti da parte delle bande terroriste di Hamas contro le città ebraiche. Nessun nostrano bruciatore di bandiere israeliane, in questa evenienza, è stato preso da qualsivoglia sacro furore contro chi lancia i suoi missili contro Israele. Hanno, in quel caso, inspiegabilmente taciuto alcuni illustri esponenti della falsa sinistra, campioni, indiscutibili della equivicinanza e compagni di passeggiata, mano nella mano, del fior fiore dei capi delle bande criminali di Hamas e di Hezbollah, mercenari dei mullah iraniani. Non ha mosso ciglio di fronte alle città israeliane colpite dai razzi di Hamas l’alta congrega dei guitti, dei cattivi maestri del pensiero debole, degli intellettualoidi organici e dei banditori del becerume che sì spesso sgorga dagli organi mediatici, monopolizzati dal nostrano sinistrume. È strana, ma non troppo, la fonda ipocrisia nella quale sogliono soggiacere certe anime belle che non sono mosse da quel sacro furore che hanno esternato nelle manifestazioni filo-islamiche di questi giorni, quando vengono causati dai terroristi islamici lutti e distruzioni fra gli israeliani. Evidentemente, quando sono gli ebrei a essere colpiti e a morire, non sorge alcun caso di coscienza, né alcun moto di protesta da certi cantori di pace a senso unico. Oggi, d’altronde, in Occidente - e in specifico in Europa - si assiste, in vile silenzio, al progressivo avanzare della prepotenza delle masse islamiche, inserite capillarmente nell’ambito delle nostre contrade, che, aiutate dai dhimmi della falsa sinistra, impongono le loro regole. Si assiste, a fronte di ciò, all’altrettanto continuo arretrare degli istituti democratici occidentali sotto la spinta degli usi degli ospiti e di leggi liberticide, come la sharia. Sorgono, allora, strane e mostruose creature pseudogiuridiche, come il delitto di blasfemia o di quello, altrettanto grave, di islamofobia. Se tali cappi giurisprudenziali non vengono rivendicati dai vari Tariq Ramadan, così graditi nei salotti liberal, vengono addirittura usati da alcuni estemporanei e solerti magistrati occidentali per chiudere la bocca a chiunque osi illustrare i “pregi” del corpus civilis islamico. L’Olanda, dopo le vicende del regista Theo Van Gogh - ucciso per aver illustrato la triste condizione della donna sotto la sharia - e di Hirsi Ali (costretta a rifugiarsi negli Usa), è il Paese europeo in cui la libertà d’espressione sta, pezzo a pezzo, morendo. Sotto la scure di una magistratura succube del pensiero politicamente corretto, nei civilissimi Paesi Bassi, infatti, Geert Wilders, sta per essere incriminato, per il suo film di critica islamofobica “Fitna”: di incitamento all’odio, verrà tacitato. Ancora. Il professor Redeker, in Francia, per aver apertamente appoggiato la lectio magistralis di Papa Benedetto, a Ratisbona, è costretto, per le minacce di morte ricevute, a una vita da fuggiasco e a rifugi di massima segretezza. Se le menti libere d’Europa sono costrette a tacere, la democrazia vacilla e arretra continuamente, sotto i colpi della barbarie che vuole imporre, con la violenza, la sua “legge di Brenno”. Come meravigliarsi, perciò, se per tale clima nelle nostre contrade le istituzioni e le altre autorità preposte all’osservanza della legge dello Stato e al mantenimento dell’ordine pubblico, violati e calpestati, siano rimaste immote e quasi timorose, senza prendere provvedimenti adeguati? Le piazze e le strade delle nostre città sono state teatro di illegale occupazione e di becere manifestazioni, ove masse islamiche di esagitati, coadiuvate dai loro sinistri caudatari, hanno dato alle fiamme bandiere d’Israele, colpevole di difendersi dagli attacchi terroristi. Si sono apposte, nell’ambito di tale protesta, sulle mura delle città svastiche e scritte oltraggiose, intimidatorie e antisemite, si è persino incitato al boicottaggio dei negozi dei cittadini italiani di religione ebraica. Alcuni giornali e alcuni canali di televisione pubblica, sono stati veicoli di aperto, scandaloso e smaccato antisemitismo. Tale mefitico clima occidentale, ove la condanna allo Stato ebraico che è costretto a difendersi dalle insidie del terrorismo islamico, si riversa, in ostilità e odio viscerale contro gli ebrei, accusati dalla stolta propaganda araba e sinistrorsa, addirittura di nazismo. Ferisce, ma non meraviglia, allora, il “Gaza come Auschwitz” o “Israele causa dell’Olocausto palestinese” o “Sionisti nazisti” e altre mostruosità che escono dalle bocche degli agitatori di professione e da quelle di certa paccottiglia di fosco e sperduto sinistrume. Questo è il quadro d’insieme, che porta, all’occhio che vuole vedere, una realtà che richiama da vicino quella di un tristo passato, impastato di viltà, di d’ignobiltà e di morte delle coscienze. Tale quadro “già visto” evoca la triste “notte dei cristalli” e lo spirito perdente di Monaco ’38, che si credevano sepolti sotto le macerie della belva nazista abbattuta nell’ultimo conflitto mondiale, come giustamente rievoca la scrittrice Cinthya Ozick nel suo recente lavoro. Allora, in tale logica, che senso ha la rievocazione del “Giorno della Memoria” da parte di chi accusa lo Stato ebraico e gli ebrei di nazismo, solo perché, quel reprobo, “osa difendersi” dal tentativo di sterminarlo?
Tanto vale abrogare questa pubblica rievocazione, come ha fatto lo spagnolo Zapatero, per punire Israele di essersi difeso dagli attacchi delle forze del terrore islamico e dai suoi complici e sodali. Basta con l’ipocrisia e la falsa retorica delle rievocazioni di comodo, abbiate, o voi che accusate Israele di eccesso di difesa, se non vi viene chiesto troppo, almeno, la coerenza di astenervi dai finti compatimenti per le vittime della Shoah. Si è ben capito che certe anime belle preferiscono l’ebreo vittima sacrificale, da compiangere, all’ebreo artefice della propria autonoma potestà di difendersi e di progredire. La falsa sinistra si scaglia, con estrema violenza contro Israele e maschera il suo profondo e sentito razzismo per antisionismo. Basta e finiamola con tale indegna pantomima, che non inganna più nessuno! Franco Marta
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