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Sussmann scrive a Mieli, Romano e Banchieri 31/01/2009

From: Danielle Sussmann
To: paolo.mieli@rcs.it
Subject: Blair come D'Alema? ma quando mai
Date: Sat, 31 Jan 2009 17:23:58 +0100
Gentile Direttore,

non comprendo certi titoli del Corriere e le assunzioni di conformità al programma politico di D’Alema nella sua apertura con Hamas. Blair controcorrente? Ma scherziamo? Contrariamente a D’Alema che non pone precondizioni né a Hitzballah né a Hamas, Blair – quale componente del Quartetto – si esprime con i dovuti “ma” e “se”. Inoltre, quando mai Israele e Stati Uniti hanno mai pensato di escludere la Striscia di Gaza dal contesto della creazione dello stato palestinese?! E’ una notizia non notizia. Perché seminare confusione inutile?

Grazie per l’attenzione, Danielle Sussmann

From: Danielle Sussmann
To: lettere@corriere.it
CC: paolo.mieli@rcs.it
Subject: per Sergio Romano
Date: Sat, 31 Jan 2009 15:04:57 +0100
Regime di Vichy ed arabi nell’esercito israeliano

“La politica ebraica del regime di Vichy” ???? ma si rende conto che grammaticalmente la sua frase implica, ambiguamente e per chi non conosce la storia, un perverso paradosso? Cioè che il regime di Vichy fosse un regime politico ebraico? Non credo che nemmeno per lei un Léon Blum possa incarnare l’intera comunità ebraica francese. Un suggerimento: si impegni con più attenzione alla costruzione delle frasi per dare il senso giusto dei fatti. Rimane un’alternativa più che concreta conoscendo le sue opinioni: che lei deliberatamente si sia divertito a creare un senso ambiguo alla sua frase. Bastava che lei scrivesse che Jacques Chirac denunciò il regime di Vichy che fino ad allora nessun presidente francese volle denunciare. Il regime di Vichy non rappresentò solo la volonterosa collaborazione di quei francesi con i nazisti nella tragedia degli ebrei, fu anche la tragedia della Francia intera. Quanto alla sua risposta al lettore di oggi sugli arabi nell’esercito di Israele, come coordina i suoi relativismi? Che c’entra l’impero ottomano che non annoverava nemmeno gli arabi nel suo esercito?! Dica piuttosto che solo i volontari arabi fanno parte dell’esercito israeliano, tra cui i Drusi e i Beduini.     

Danielle Sussmann

From: Danielle Sussmann
To: direttore@lastampa.it
CC: lettere@lastampa.it
Subject: Articolo Boris Biancheri
Date: Sat, 31 Jan 2009 16:30:28 +0100

Dr. Boris Biancheri,

il suo articolo è talmente confezionato in salsa filo-iraniana che sconcerta per mancanza di analisi obiettiva. Innanzitutto, dal 14 maggio 1948 è stato fondato (per la seconda volta legittimamente) lo Stato di Israele. Pertanto, scrivere “causa sionista” senza mettere tale inciso tra parentesi, significa già avvallare le tesi khomeiniste iraniane del disconoscimento di Israele. La replica di Ahmadinejad alla mano tesa di Obama è stata “articolata”??? Grammaticalmente e diplomaticalmente ha ragione. Ma non politicamente. E’ stato un vero e proprio pugno chiuso. Quando mai gli Stati Uniti hanno perso il loro prestigio internazionale? Malgrado le politiche e media nefasti a Bush, altrettanto si sono spesi a suo favore coloro che pur hanno criticato alcuni errori della sua amministrazione. E’ stato riconfermato nel suo secondo mandato con un voto elettorale di netta maggioranza. Non solo. Accorti analisti vedono pochi se non nessun cambiamento nella politica estera da Bush a Obama. Cambia il tono, ma rimane la sostanza. Vero: Obama è stato eletto anche dai liberal di Carter, dai campus universitari e certo elettorato filo-palestinesi, ma è stato eletto anche con l’appoggio di alcuni Repubblicani e con il sostegno dell’ala destra dei Democratici. Che un ex ambasciatore dica poi che gli Stati Uniti abbiano perso prestigio internazionale è populismo bello e buono, non il contributo intelligente e razionale di un diplomatico di spessore. Lei sa bene che gli Stati Uniti continuano ad essere la più grande potenza del mondo con cui il mondo deve fare i conti se li osteggiano. “Articolato” il discorso di Ahmadinejad a Kermanshah? Politicamente, un debole tentativo di accappararsi voti per le elezioni in un Paese che lo sostiene con solo il 15% di base elettorale. Le sanzioni contro l’Iran hanno raggiunto lo scopo. La crisi economica e la disoccupazione galoppano in Iran e hanno creato uno scontento che sta per esplodere. La legalizzazione, il 26 gennaio scorso, dell’opposizione iraniana in esilio MPO (People's Mujahedeen Organization of Iran) – non degnata di attenzione dai media italiani – avrà ulteriori conseguenze nel panorama rivoluzionario che la maggioranza degli iraniani appoggia. Israele ha vinto la sua guerra contro Hitzballah del 2006. Ad un alto costo militare, ma con un fondante successo strategico militare e politico. Lei dovrebbe averlo capito: Israele ha accettato la tregua solo dopo che l’esercito libanese si è dispiegato nel sud con tanto di ampio contingente ONU ad osservare almeno questa parte della risoluzione. Pur se non è stata ottemperata in toto la risoluzione ONU, il fatto che il Libano sia presente in tutto il suo territorio è una vittoria per Israele. Dal 2006, il Libano è nelle stesse condizioni della Siria. L’intervento armato di Israele sarà rivolto ad una guerra convenzionale al Paese da cui partono gli attacchi. E, convenzionalmente, Israele è l’unica potenza militare nella regione. L’Operazione Cast Deal ha completato la riaffermazione del deterrente israeliano in Medio Oriente. La lezione trasversale di Gaza è servita come monito a tutti i nemici di Israele, compreso l’Iran. L’unica verità che lei abbia scritto è che “l’Europa non ha guadagnato in credibilità”. L’Europa non sarà mai credibile fintanto che agirà da suicida codarda rincorrendo patti, compromessi – ed elemosinando soldi guadagnati, perché è questo che fa – con i suoi più radicali e criminali partners islamici. Non sarà mai credibile se appoggerà, mistificando i fatti come accadde nel vertice del 2006 di D’Alema, le rivendicazioni illecite del Libano. E via dicendo. Che poi, proprio l’Italia faccia da moralizzatrice dell’universo, questo è il colmo.

Cordialità, Danielle Sussmann


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