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Gli aggettivi che piacciono a Romano 31/01/2009
From:
To: lettere@corriere.it
CC: paolo.mieli@rcs.it
Subject: per il Dr.Sergio Romano su guerra in Libano e Giorno della Memoria
Date: Fri, 30 Jan 2009 17:08:30 +0100

Dr. Sergio  Romano:

Lei rafforza in una seconda risposta ad un lettore, la spiegazione sull’aggettivo da lei usato “improvvida” riferito alla guerra israeliana a Hitzballah in Libano del 2006. Quanto le è piaciuto quell’aggettivo! Secondo lei se l’Italia fosse nelle condizioni di Israele, loderebbe i continui attacchi al Paese e l’uccisione di civili e soldati e loro rapimento sul suolo italiano? Evidentemente, lei non ha notato che la guerra israeliana del 2006 è servita come deterrente a Hitzballah nel non attaccare più Israele. Questo era ciò che voleva Israele reclamando la presenza dell’esercito libanese nel sud del Libano, corresponsalizzandolo in toto in tal modo. Nasrallah si è affrettato a smentire che fossero stati i suoi a lanciare i due missili contro il nord di Israele verso la fine dell’Operazione Cast Deal nella Striscia di Gaza contro Hamas. A Israele è bastato fare un ulteriore avvertimento, riferito al Libano e questa volta anche alla Siria, perché gli attacchi si fermassero sul nascere. A Hitzballah non resta che tentare attacchi (come quello sventato in Europa in questi giorni) e rapimenti contro sedi e persone israeliane come già fece in passato. Appunto. Non è che se Hitzballah e il terrorismo islamico in generale trovino persone compiacenti come lei a sostenerle, i pericoli per l’Occidente siano finiti. Chi sarebbero costoro senza la loro strategia aggressiva? Nulla. Per quanto riguarda le celebrazioni del Giorno della Memoria, non si vergogna – almeno un pò – nel trascenderne il reale messaggio? Quando mai è stato teso a sostenere la sua aberrante tesi, cioè di rendere l’Europa ancora attivamente colpevole per le colpe dei padri? E’ il giorno della riflessione che ricorda l’acme oscuro in cui si è annichilita la civiltà europea al fine di risvegliare ogni coscienza perché non si arrivi a ripetere o a superare l’orrore del Novecento. E’ un richiamo alle coscienze e alla razionalità umane affinché siano vigili di fronte al risorgente antisemitismo che rinasce nell’antisionismo e nella cultura dell’odio contro Israele di cui lei è un triste aedo. Lei mistifica la storia, i fatti reali su Israele e Medio Oriente, e il senso delle celebrazioni quando queste siano ebraiche. Lei ribalta cinicamente l’essenza dei valori e della coscienza civile italiana con irresponsabili risposte.

Danielle Sussmann


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