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Cari amici, vi invio copia della lettera inviata a "Il Corriere della Sera", nel caso che vi possa interessare. Saluti Dario Bazec ALLEGATO AL CORRIERE DELLA SERA Come al solito Sergio Romano si cimenta in facili e obbrobriosi sofismi. Raggruppa insieme alcune domande di lettori scandalizzati perché si celebra soltanto la Giornata della Memoria in ricordo della Shoah, mentre non si ricordano le altre vittime del nazifascismo e soprattutto non si ricordano le vittime del comunismo. E conclude dicendo che in futuro tutto dovrà essere fatto "con maggiore discrezione", altrimenti ci sarà una recrudescenza dell'antisemitismo. Una promessa o una minaccia? Francamente non capisco come una persona intelligente o che si ritiene tale, possa fare affermazioni simili e come un giornale serio come "Il Corriere della Sera" possa pubblicare delle risposte simili. Allora proverò io a dare una risposta più congrua. La Giornata della Memoria si celebra dappertutto in quanto il 27 gennaio è stata liberata Auschwitz e simbolicamente sono finiti i massacri perpetrati dai nazisti. Simbolicamente, perché sono continuati altrove, come ad esempio a Trieste nella Risiera di San Sabba fino al 20 aprile 1945. Per gli altri caduti, per motivi politici e simili, si celebra la Giornata della Liberazione il 25 aprile, giorno in cui fu dato l'ordine nel 1945 dell'insurrezione generale, anche se la resa incondizionata della Germania fu firmata l'8 maggio. Per quanto riguarda Trieste e la Venezia Giulia per i crimini perpetrati da Tito, comunista, nei 40 giorni di occupazione della città, con l'infoibamento di migliaia di persone innocenti, si celebra la Memoria il 10 febbraio, anniversario del Trattato di Pace e della cessione di gran parte della Venezia Giulia a Tito e con la fuga da Pola, che diventava territorio iugoslavo, seguita dall'esodo degli Istriani. Quindi si celebra degnamente ogni evento e si ricordano i caduti morti a causa della barbarie nazifascista e anche di quella comunista. La questione delle vittime del comunismo sovietico è un fatto che riguarda le popolazioni di quegli stati che furono soggetti a quel regime. Usiamo un po' la logica e trattiamo una cosa alla volta. Ciò che compete ad ogni stato è ricordare le proprie vittime e qui in Italia vengono ricordate tutte, senza alcuna gelosia, come paventa Sergio Romano. Saluti, Dario Bazec |
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