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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
30.01.2009 Turchia: Europa addio
il premier fondamentalista Erdogan difende Hamas e si scontra con Shimon Peres

Testata: Corriere della Sera
Data: 30 gennaio 2009
Pagina: 15
Autore: Daniele Taino
Titolo: «Erdogan-Peres, rissa su Hamas «Trattare». «No, è un pericolo»»

Sul CORRIERE della SERA di oggi, 30/01/2009, a pag. 15 l'articolo "Erdogan-Peres, rissa su Hamas «Trattare». «No, è un pericolo»" di Daniele Taino, sullo scontro avvenuto ieri a Davos tra il presidente israeliano Shimon Peres e il primo ministro turco Recep Erdogan.

Al seguente link è possibile vedere il video che documenta l'episodio

http://www.haaretz.com/hasen/spages/1060036.html

Ecco il testo dell'articolo del CORRIERE:

DAVOS — Il World Economic Forum vuole unire il mondo. Ieri è stato invece l'occasione per uno dei maggiori scontri pubblici tra statisti di primo piano. Il presidente israeliano Shimon Peres e il primo ministro turco Recep Erdogan hanno urlato e litigato dal palco centrale, davanti ad almeno un migliaio di politici, finanzieri, accademici. Due delle figure chiave per far ripartire il processo di pace nel Medio Oriente — che tra l'altro dovrebbero essere considerate amiche — hanno rotto platealmente. Erdogan, a fine dibattito, si è alzato in anticipo dicendo «non credo che tornerò a Davos dopo questo».
La giornata di ieri, al vertice sulle Alpi svizzere, aveva molti dibattiti sulla situazione del Medio Oriente dopo i fatti di Gaza a cavallo di inizio anno. Il dibattito a cui partecipavano i due statisti — assieme al segretario dell' Onu Ban Ki-moon e al segretario della Lega Araba Amr Moussa— era proprio dedicato a trovare una via per ricostruire un processo di pace. Erdogan, che ha parlato prima di Peres, ha criticato Israele per l'attacco a Gaza, anche alzando i toni e la voce, in certi momenti. Ha sostenuto che con Hamas si devono fare i conti perché è stato eletto democraticamente e va integrato nel processo di pace. E ha raccontato che, quattro giorni prima dell'attacco a Gaza, lui stesso stava negoziando ad Ankara per cercare di arrivare a trattative dirette tra Israele e Siria. Il premier israeliano Ehud Olmert era presente in città, ma non gli diede alcuna indicazione di quello che stava per succedere. Un Erdogan irritato. Al punto che raccontava, parlando dell'isolamento dei Territori Palestinesi, che lui stesso e la moglie avevano dovuto aspettare mezz'ora per passare un posto di blocco nei pressi di Ramallah.
La replica di Peres è stata un'esplosione di indignazione e rabbia. Ora urlando, ora portando numeri, ha raccontato i metodi terroristici e violenti di Hamas. Per chiedere: «Non so di quale Hamas lei parli, primo ministro ». Ha detto che Gaza era aperta e l'economia iniziava a fiorire, prima che Hamas prendesse il potere iniziasse a condurre attentati, costati migliaia di morti. Solo poi, Israele ha chiuso i valichi. «Lei ha aspettato mezz'ora a Ramallah, caro ministro, perché da lì passano autobus carichi di esplosivo», ha detto guardando Erdogan negli occhi. Ancora: «Cosa farebbe se Istanbul fosse colpita ogni notte da dieci o cento missili?». Di più: «Mubarak (il presidente egiziano, ndr),
che conosce la situazione di Israele e della Palestina almeno quanto lei, primo ministro, ha accusato Hamas per questa situazione, non noi». Finale di Peres: «In passato, Hezbollah ha capito la lezione e ora non lancia più missili: speriamo la impari anche Hamas».
«Lei si sente in colpa, per questo reagisce così», è riuscito a dire Erdogan prima di lasciare il palco. Ma il pasticcio tra amici — la Turchia media tra Israele e Sira — era fatto. «Ho rispetto per mister Peres — ha poi detto Erdogan —, anche per la sua età non ho alzato la voce». Non sarà un dibattito acido a rallentare il processo di pace così come uno buono non la accelera. Ma, diavolo, i nervi sono a fior di pelle, in Medio Oriente.

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