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Libero Rassegna Stampa
25.01.2009 Hamas si riarma grazie all'Iran
l'analisi di Gianandrea Gaiani

Testata: Libero
Data: 25 gennaio 2009
Pagina: 21
Autore: Gianandrea Gaiani
Titolo: «Hamas si riarma: 16mila soldati pronti a sparare»

Da LIBERO del 25 gennaio 2009, l'articolo di Gianandrea Gaiani "Hamas si riarma: 16mila soldati pronti a sparare":

Sul conteggio delle perdite le due parti mostrano una strana convergenza: 1.285 morti e 4.336 feriti secondo le autorità sanitarie palestinesi controllate da Hamas i cui dati sono stati accettati senza verifiche dall’Onu e da altre organizzazioni internazionali anche quando denunciano che il 70 per cento dei colpiti sono civili. Israele concorda sui numeri dichiarando però di aver colpito soprattutto miliziani. Eppure l’inviato del Corriere della Sera, Lorenzo Cremonesi, ha visitato gli ospedali di Gaza trovandoli stranamente vuoti e ha raccolto testimonianze di medici palestinesi che anonimamente, per timore di rappresaglie da parte di Hamas, confermano non più di 600 morti, in gran parte miliziani. Un numero che spiegherebbe la volontà di Hamas e Israele di gonfiare i numeri dei caduti palestinesi: il primo per denunciare più vittime civili, il secondo per non ammettere di aver solo scalfito la struttura militare di Hamas composta da 12.000 miliziani della Forza Esecutiva e circa 4.000 veterani delle brigate Ezzedin al-Kassam. Nelle tre settimane di guerra era apparsa evidente la volontà dei miliziani di sottrarsi al combattimento e la tregua ha visto le forze di Hamas riassumere rapidamente il controllo di Gaza non appena le truppe israeliane hanno iniziato il ritiro. Anche i tunnel di Rafah, utilizzati per contrabbandare armi dal Sinai egiziano alla Striscia, sarebbero ancora operativi nonostante gli israeliani sostengano di averne distrutti l’80 per cento. Le stime valutano fossero un migliaio le gallerie in funzione sotto il confine e nonostante gli impegni assunti dall’Egitto molti tunnel ostruiti o distrutti dai bombardamenti sarebbero già stati riattivati.
L’unico concreto successo israeliano potrebbe riguardare la distruzione di gran parte degli arsenali di razzi Kassam e Grad anche se l’Iran sembra già impegnato a riarmare Hamas. Secondo fonti militari citate dal quotidiano Maariv, sommozzatori iraniani avrebbero sbarcato di notte da alcuni mercantili armi dirette conservate in contenitori stagni rimorchiati a Gaza dai pescherecci palestinesi. Fonti del Pentagono hanno inoltre confermato a Fox News che la marina USA ha intercettato il 19 gennaio nel Mar Rosso un mercantile iraniano battente bandiera cipriota con un consistente carico di armi destinate a Hamas. Il movimento estremista potrebbe quindi essere pronto già tra poche settimane a riprendere i bombardamenti sul Negev colpendo anche Tel Aviv se, come sembra, l’Iran avrà fornito anche i razzi pesanti Fajr-5 con una gittata di 75 chilometri. Una vera beffa per Israele che ha conseguito sul campo di battaglia un successo limitato fermando l’offensiva quando invece occorreva completare l’annientamento di Hamas che oggi lancia proclami di vittoria, controlla ancora saldamente Gaza e gestirà una ricostruzione post bellica da almeno 2 miliardi di dollari donati dalla comunità internazionale.
Il premier Ehud Olmert ha parlato di “obiettivi raggiunti” anche se l’offensiva che ha solo indebolito Hamas potrebbe avere un preciso scopo elettorale in vista delle elezioni del 10 febbraio. Uno sforzo forse inutile tenuto conto che i sondaggi danno ancora vincente la destra del Likud.

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