Altri due morti ammazzati a sangue freddo, il 19 gennaio 2009 per le strade di Mosca non lontano dal Cremlino, un avvocato dei diritti umani Stanislav Markelow e una giornalista Anastasia Bamurova sono stati messi a tacere per sempre. E' l'ennesima esecuzione che colpisce la liberta' di parola in Russia e che ci svela la vera faccia della putinocrazia. L'ordine gerarchico, l'intimidazione, l'omerta', il ricatto e l'estorsione regnano ormai in Russia. Sono tempi duri per i giornalisti e guai a chi osa criticare il regime, pena la morte, o l'incubo di risvegliarsi dopo un pestaggio, in un ospedale con una gamba amputata. E' sul The Wall Street Journal del 20 gennaio 2009 la notizia che i soliti ignoti, sicari al servizio dell'establishment russo hanno colpito ancora. Un uomo mascherato ha pedinato e poi assassinato prima Stanislav Markelov, un avvocato dei Diritti Umani di 35 anni sparandogli in testa da dietro, e poi la giovane giornalista freelance –indipendente- Anastasia Baburova di 25 anni che gli stava camminando accanto e che ha cercato di difenderlo. Cosi' alla lunga lista di giornalisti e attivisti dei diritti umani morti ammazzati a sangue freddo in Russia, se ne aggiungono altri due, assassinati per le strade di Mosca. L'avvocato e la giovane giornalista si stavano avviando a casa dopo essere usciti dalla sala delle conferenze stampa a Mosca, in un edificio che si trova circa ad un km di distanza dal Cremlino, dove Stanislav Markelov aveva ribadito la sua ferma opposizione al rilascio -per un alleggerimento della pena dovuto a buona condotta- di un alto ufficiale russo, col. Yuri Budanov condannato per crimini di guerra e per lo strangolamento di una giovane ragazza cecena di 18 anni che l'avvocato rappresentava legalmente. Stanislav Markelov e' morto sul colpo, Anastasia Baburova e' morta in ospedale. La scena ci ricorda l'assassinio della giornalista russa Anna Politkovskaya che stava investigando anch'ella sugli stessi crimini e che fu brutalmente uccisa nel 2006, nell'androne della sua casa mentre ritornava con la spesa. Oleg Orlov, portavoce dell'associazione dei diritti umani in Russia ha commentato l'avvenimento dichiarando alla stampa che Stanislav Markelov aveva molti nemici per la sua attivita' in difesa dei diritti umani, e che la giovane Baburova stava indagando sulla riviviscenza dell'antisemitismo in Russia. Nel suo blog aveva appena celebrato il suo venticinquesimo compleanno con queste parole "Augurami buona fortuna!". Forse aveva avuto un vago presentimento su quella che sarebbe stata la sua imminente fine. Sapeva che solo una settimana prima un altro attivista dei diritti umani Umar Ismailov, cittadino russo era stato assassinato a Vienna e che il 2 dicembre, 2008 un altro giornalista Mikhail Beketov era stato duramente pestato nelle strade di Mosca e che portato in ospedale con una gamba maciullata, gli era stata amputata dai chirurghi. Ci sara' mai giustizia presso un tribunale internazionale per questi nobili giornalisti che muoiono nell'indifferenza dei media e che si battono senza paura per la promozione della democrazia in Russia? Non ci sara' nessuna giustizia per loro finche' i mandanti delle loro condanne a morte ancora siederanno essi stessi fra i giudici in quel Consiglio per i Diritti Umani dell'O.N.U. che dovrebbe per statuto condannarne le violazioni.Percio'siamo piu' che sicuri che non ci sara' nessuna riunione d'emergenza del Consiglio per condannare la Russia per i suoi crimini, ne' per i crimini che si commettono nei paesi fondamentalisti islamici, tali convocazioni le riservano ingiustamente solo per condannare Israele. Ma da quale pulpito viene la predica! Piera Prister Bracaglia Morante http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90