Da L'OPINIONE del 22 gennaio 2009, la recensione del film Defiance, di Dimitri Buffa:
Ogni anno quando si avvicina il 27 gennaio, giornata della memoria della Shoà, cominciano a uscire una serie di film a tema più o meno interessanti e commoventi. Quest’anno “Defiance” di Edward Zwick, con protagonista Daniel Craig (l’ultimo attore a interpretareJames Bond per la cronaca), non teme paragoni con i suoi 129 minuti di intensità. Intanto perché è una storia vera che inizia nel 1941quando gli ebrei dell'Europa dell’Est vengono uccisi a migliaia dai nazisti. Si narra in particolare dell’invasione hitleriana della Bielorussia: tre fratelli, interpretati da Daniel Craig, Liev Schreiber e Jamie Bell, riescono a sfuggire alla cattura, dopo il trucidamento dei genitori da parte dei tedeschi, nascondendosi nei boschi. Dove in seguito si uniranno alla resistenza russa e costruiranno prima una banda armata e poiun villaggio all’aria aperta che permetterà di salvare la vita a più di 1200 ebrei. Tra due dei tre fratelli scoppierà peraltro una temporanea quantoforte rivalità per la leadership del gruppo e uno dei due per quasi un anno si unirà ai battaglioni russi. Incredibile la storia di questi fratelli Bielsky, tutti e tre di origine polacca, che riusciranno a convincere quasi tutti gli ebrei del ghetto di Novrudok a scappare nella foresta. Non senza avere primadiscusso con il rabbino locale e con il capo della comunità ancora illusi che qualcuno si sarebbe potuto salvare restandosene a casa propria. Il dualismo tra Tuvia (Craig) e Zus (Lev Schreiber) si ricomporrà solo dopo tante peripezie, linciaggi di tedeschi catturati e scontri a fuoco con pattuglie naziste durante le imboscate. Un film che fa piangere per la consapevolezza quasi “verista” che proprio persone come i fratelli Bielsky, eroi rimasti a lungo sconosciuti, ha contribuito a salvare tantissimi diq uegli ebrei dell’Est che poi daranno vita nel dopoguerra allo stato di Israle. I due fratelli rivali invece emigreranno in America dove per anni hanno condotto insieme un’impresa, mentre il terzo dei fratelli, il più piccolo e il più traumatizzato dal brutale omicidio dei due genitori, Asael (interpretato da Jamie Bell), sarà l’unico a morire combattendo con i russi sul fronte anti nazista. Il film con il proprio realismo ha il potere di suscitare nello spettatore profondi sentimenti di immedesimazione e letteralmente si gioisce ogni singolo soldato nazista che cade nei combattimenti. Poi ci sono i matrimoni ebraici e le “spose nella foresta”, cioè le unioni di fatto tra poveri cristi ebrei in fuga di sesso opposto. Insomma la storia esistenziale quotidiana incredibile di quattro annivissuti non solo in una foresta ma anche molto pericolosamente. Questa storia racconta indirettamente anche lo spirito che in seguito avrebbe autato a costruire lo stato di Israele: negli anni ’40 non ci sono stati solo ebrei vittime ma anche persone che si sono difese e sono riuscite a sopravvivere, come in questo caso, nelle fredde foreste della Bielorussia dove d’inverno si può anche andare a -20 sotto zero. Gli odierni antisemiti, tra cui i terroristi islamo fascisti, diretti discendenti di quei regimi arabi che nella seconda guerra mondiale sono stati fedelissimi alleati di Hitler, hanno un monito in più a non illudersi che mai e poi mai riusciranno ad avere la meglio su chi difende oggi il diritto di Israele ad esistere.
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