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Informazione Corretta Rassegna Stampa
17.01.2009 Le regole morali che guidano Tzahal, e i numeri degli altri
Il commento di Emanuel Segre Amar

Testata: Informazione Corretta
Data: 17 gennaio 2009
Pagina: 1
Autore: Emanuel Segre Amar
Titolo: «Le regole morali che guidano Tzahal, e i numeri degli altri»
Questa guerra, come tutte le guerre, viene descritta diversamente dai
commentatori delle diverse parti coinvolte. E' così fin dall'antichità, per
le guerre vissute come per quelle oggetto di studio. Non diverso poteva
essere per questa che vide, inizialmente, commenti quasi unanimi in favore
di Israele, costretta a difendersi dopo anni di attacchi; ma i suoi nemici
storici, viscerali, si dovevano solo organizzare, ed ora li vediamo, sempre
più, scatenare il fuoco incrociato delle loro parole.
Oggi, ed ancor più nei giorni e nelle settimane a venire, Israele sarà
chiamata a discolparsi per tutti i suoi "crimini", unica delle due parti
coinvolte a essere ritenuta colpevole in tanti giornali, in tante
trasmissioni radio-televisive e in tanti dibattiti pubblici. Siamo abituati
a questa situazione, e vi sono abituati anche i rappresentanti della Stato
di Israele che ultimamente sono arrivati persino a scusarsi, a caldo, per
colpe che successive, accurate indagini hanno negato essere tali.
Ma, al di là delle opinioni così soggettive, diamo uno sguardo ai numeri,
gli unici a non essere soggettivi, nel loro freddo messaggio.
Se si considera la realtà della striscia di Gaza, la zona più popolosa del
mondo, e si analizzano tutte le cifre, forse chi non è accecato dall'odio
verso gli israeliani (tra i quali vedo tuttavia anche tanti dichiarati
odiatori degli ebrei!), una prima impressione è che le vittime di così tanti
raids aerei e bombardamenti fatti da terra e dal mare non sono poi tante.
Non si giudichino queste parole per quel che non vogliono essere.
Semplicemente la storia, anche recente, ci ha insegnato che tutti i
conflitti su terre popolate hanno causato terribili carneficine, uccidendo
sempre molto più di questo conflitto. Ma allora significa che l'esercito di
Israele cerca davvero di colpire solo i terroristi di Hamas; sono poi questi
che, nascondendosi tra i civili, finiscono col causare delle vittime
innocenti. Ci penseranno poi i tanti amici sparsi per il mondo a far
ricadere su Israele queste colpe che sono invece soltanto loro.
E poche sono queste vittime (e qui ancora chiedo al lettore di comprendere
il significato delle parole) se si confronta il loro numero con quello delle
vittime causate dalla guerra civile scoppiata nel 2007 tra Hamas e Fatah; ci
furono allora 350 morti ed oltre 1000 feriti. E' bene divulgare queste cifre
dal momento che la maggior parte dei media non ne parlano mai, considerando
queste come vittime di terza categoria, non degne neppure di qualche
riflessione.
E forse neppure "sproporzionate" sono queste vittime, se si sommano con
tutte le vittime di questa guerra, che dura oramai da oltre 60 anni. 40000
arabi e 22000 israeliani morirono in questo conflitto che insanguina alcune
delle città più belle della terra. Queste cifre contengono non solo le
vittime degli iniziali scontri tra armate, ma anche le vittime civili che
caddero, sia come vittime casuali, non volute, sia come vittime civili da
abbattere in quanto cittadini di uno stato che non deve esistere, perfino se
bambini (ma "destinati a diventare soldati di un esercito nemico"!).
E ancora forse "poche" sono queste vittime, soprattutto per il mondo arabo
(ed ancora chiedo al lettore di non considerare razziste queste mie parole);
negli stessi 60 anni sopra considerati i morti musulmani registrati in giro
per il mondo sono calcolati essere 11 milioni, in gran parte uccisi per mano
di altri islamici. Sono però, anche questi, morti di una categoria
inferiore. Infatti in tanti sappiamo degli scontri algerini, scontri che
nulla hanno a che vedere con Israele (a dimostrazione di quanto falsa sia
l'affermazione che se non ci fosse Israele il mondo islamico troverebbe il
suo equilibrio!), ma non credo che molti sappiano che questi sono già circa
200000. E quanti sanno che la guerra civile del Libano, scatenata dagli
islamici che hanno voluto imporsi ai cristiani dopo un lungo periodo di
convivenza, destinato a non ripetersi, ha causato la morte di 120000
cittadini, molti dei quali civili? Anche questi sono morti dei quali,
nonostante gli antichi rapporti con il civile Libano, poco si è parlato (con
esclusione di quelli di Sabra e Chatila serviti ad accusare ingiustamente
Israele).
Ogni morte causata dalle guerre è da considerare una tragedia. Questo vale
anche per il giovane chiamato sotto le armi per difendere lo stato, non
essendo egli colpevole di alcunché;  anch'egli avrebbe tutti i diritti di
poter vivere una sua vita normale. E tuttavia ascoltiamo in questi giorni
particolari attenzioni dedicate alle vittime civili, forse intese proprio a
nascondere al mondo le colpe dei terroristi uccisi. E vi furono, tra quelli
che oggi si agitano di più, delle anime pure che difesero in passato il
diritto di uccidere i civili degli stati che si macchiarono,
precedentemente, della stessa colpa. Pare, a chi scrive, di ricordare che
furono proprio i palestinesi a cercare per primi, da tanti anni, di colpire
civili israeliani (ed ebrei) in giro per il mondo. Seguendo questa loro
logica dovrebbero oggi solo tacere per il risultato di una guerra da loro
iniziata proprio contro i civili, e ancora oggi continuata da loro anche
contro i loro stessi civili che vengono usati come scudi umani, in modo
proibito dal diritto internazionale. E invece è solo l'esercito israeliano
che viene accusato di questi crimini. E, ne sono certo, ancor più lo sarà
nelle settimane a venire.
Ma quale suggerimento si potrebbe dare per cercare una soluzione?
La Palestina riceve da anni delle cifre incredibili dall'occidente (molto
meno dai ricchi paesi arabi); si pensa che mandare soldi per assicurare la
sopravvivenza dei palestinesi possa mettere le nostre anime in pace. Ma,
senza considerare quanto di questi aiuti serve ad acquistare armi
(alimentando un fuoco che si dovrebbe invece spegnere), quanto di questi
aiuti serve ad arricchimenti personali (Arafat con signora docet),
mettiamoci nella situazione del povero palestinese che stiamo aiutando. Egli
infatti non si deve preoccupare di impegnare la propria giornata in
un'attività come fanno tutti gli altri esseri umani. E allora ha tutto il
tempo per dare libero sfogo ai propri istinti. Tante mogli gli permettono di
soddisfarsi meglio, e il risultato è una crescita demografica come da
nessuna altra parte. Ci pensa poi l'occidente a nutrire questa massa di
bambini (per 1000 uomini tra 40 e 44 anni ci sono oggi 4300 bambini tra 0 e
4 anni!). L'occidente li nutrirà, l'Imam li fagociterà, e Allah li
proteggerà (su Repubblica di ieri abbiamo letto di Mohamad, martire ucciso 6
anni fa, il cui cadavere è non solo intatto, ma col sangue ancora caldo!).
Nulla potrà cambiare in M.O. se l'occidente non troverà un approccio
diverso. E intanto Israele dovrà continuare a difendere se stesso (ma anche
l'Europa, indirettamente) in qualche modo.


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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