Non ci aspettavamo quello che potete vedere ora nella
foto*. Questa è piazza Montecitorio, la piazza del Parlamento Italiano: si vede il Palazzo in fondo alla piazza e davanti moltissime bandiere israeliane. Questo è accaduto mercoledì 14 gennaio, dalle 18:30 alle 21:30. Quello che non riuscite vedere in questa foto, invece, è il numero straordinario e la varietà di parlamentari, circa 100 dei vari schieramenti politici, che hanno preso parte alla nostra maratona oratoria: per circa tre ore abbiamo parlato del ruolo di Israele, il suo diritto alla difesa, la sua moralità, la sua lotta in nome di tutti noi, della nostra civiltà e dei nostri valori contro l’odio selvaggio propugnato dalla Jihad Islamica, questa volt a nelle sembianze di Hamas. Mi sembra che, per la prima volta nella troppo lunga storia del conflitto arabo-israeliano, eccetto una minoranza di pazzi sinistroidi e fascisti che hanno manifestato con slogan antisemiti, abbiamo ottenuto un enorme consenso su un punto cruciale: questo non è un altro episodio di un conflitto locale, non c’è nulla in esso che ricordi il motivo del land for peace, pace in cambio di territori, che ha caratterizzato in passato la questione palestinese. Questo è un frangente dell’attacco contro il mondo occidentale e l’Iran ha molto a che vedere con esso.
Il cambio di atteggiamento è grande: la natura dittatoriale di Hamas da una parte e quella democratica e civile di Israele dall’altra sono percepite, in questo faccia a faccia, per questa loro essenza, quantomeno dalla maggioranza delle elite europee, nonostante i morti e i feriti e ciò porta a una identificazione con Israele contro un regime che fa uso di scudi umani e promette di ammaz zare gli ebrei nella sua Carta fondamentale.
Ciò che stiamo vivendo oggi, almeno in Italia, è la sconfitta e caduta delle ideologie di sinistra, per lungo tempo la foglia di fico che ha permesso di giustificare tutti i maggiori crimini e i più disgustosi attacchi verbali. Che Arafat lanciasse l’Intifada del terrore, che incitasse il martirio di bambini in discorsi pubblici, le ideologie sono sempre state pronte a giustificarlo per via dell’occupazione, della miseria dei Palestinesi e della perdita di qualsiasi speranza. Non è lo stesso con Hamas. La storia, in Italia, ha portato a una crisi profonda dell’ideologia rivoluzionaria e della legittimazione di ogni crudele attacco nei confronti di un presunto ordine imperialistico ingiusto. Quei tempi sono perlopiù passati, nessuno vedrà Hamas come la soluzione del problema e non come il problema in sé.
Penso anche che la parola “pace” abbia perso quel significato curativo che l’ha caratterizzata fino a ieri. Un nu ovo punto di vista, non ideologizzato, percepisce che non c’è pace quando uno dei contendenti non la vuole e che, anche se il mondo chiede, nel breve termine, una tregua, nel lungo termine richiede la sconfitta di Hamas.
Bene, mercoledì sera molte persone, Ministri e Parlamentari hanno dato vita a una nuova e interessante varietà di opinioni. Credo che quando non si è sopraffatti da un esotico terzomondismo, le immagini dei bambini educati come macchine d’odio, i discorsi dei leader della Jiahad, da Ahmadinejad a Nasrallah, ad Hanyeh, che negano la Shoah e promettono la morte degli ebrei e pure dei cristiani, abbiano su di noi un effetto di grande disgusto. Gli Occidentali, grazie a Dio, possono ancora rimanere disgustati dal livello incivile del discorso politico.
Ma, più di ogni altra cosa, in piazza Montecitorio molti dei Parlamentari hanno detto: “Io amo Israele”. Non potete immaginare quanti.
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