e-mail inviata a Sergio Romano al Corriere della Sera:
Signor ambasciatore Romano, Ella è un giornalista regolarmente a libro paga dell'Eni, Società notoriamente sensibile alla politica, estrazione, raffinazione, commercio e distribuzione del petrolio, pertanto molto sensibile agli umori dei governanti Russi, Iraniani, e dei paesi dell'area del golfo.
La sua sensibilità ed indubbia intelligenza, è spesse volte influenzata e scaltramente orientata dalla
sua attività politica risalente ai tempi della gestione di politiche note a tutti per le influenze dell'allora, mi pare di ricordare, Generale Giovannone, e dell'"Accordo Moro" con i palestinesi, così come denunciato dal Presidente Cossiga.
Pur riconoscendoLe vasta cultura, io credo Ella sia molto lontano dalla capacità di analizzare gli eventi in modo scevro dai propri pregiudizi. Non lo siamo forse tutti? Io per esempio ho un pregiudizio nei suoi confronti, tutte le volte che scrive di Religione, Ebrei, Israele, politica internazionale.
Pertanto la pregherei, se vorrà, di aiutare chi la legge in due modi:
Primo: dichiarare apertamente le sue relazioni con l'Eni,
Secondo: Non contrabbandare le analisi storiche ancorchè documentate, o quelle filologiche, (come ha fatto oggi 13 Gennaio giustificando l'uso delle parole "insediamenti" o "coloni") per verità oggettive.
Non credo sia corretto insinuare nelle menti dei lettori idee e concetti con artifici linguistici o bibliografici, senza esplicitarne chiaramente lo scopo. Codesto è uno strumento capzioso.
Il compianto Montanelli aveva molti avversari, ma pochi nemici perchè diceva sempre in modo chiaro e non insinuante cio' che pensava. Ad ogni costo, "fino a turarsi il naso" o a perdere uno scranno.
L'eloquio e la cultura servono solo a confondere, se non suffragati da coraggio e integrità intellettuale.
Un saluto da chi ha un pregiudizio nei suoi confronti
Giacomo Zippel