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L'Opinione Rassegna Stampa
13.01.2009 L'Unrwa è il problema dei profughi palestinesi, non la soluzione
Dimitri Buffa spiega perché

Testata: L'Opinione
Data: 13 gennaio 2009
Pagina: 3
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Per la Palestina l’Unrwa è un guaio non la soluzione»

Da L'OPINIONE del 13 gennaio 2009:

In questi giorni si è ricominciato a parlare ossessivamente dei profughi palestinesi e dell’Unrwa, l’organismo che li gestisce da quasi sessanta anni.

Unrwa è la sigla di United Nations Relief and Works Agency: Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l'Occupazione. Ma nell’Onu  c’è anche l’Acnur: Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

E tutte e due queste agenzie si occupano di profughi. Che  differenza c’è allora? Che l’Unrwa impiega quattro volte il personale dell’altra pur gestendo nemmeno tutti  i profughi di quel conflitto. Che nel tempo sono passati da 800 mila a 4 milioni e mezzo, visto che tutti crescono e si moltiplicano, specialmente negli eterni campi profughi. L’Unrwa insomma gestisce il professionismo  dell’essere profugo palestinese (che esiste come quello dell’ antimafia in Italia) e un sacco di soldi per lo scopo.

Inoltre il 99% del proprio personale in loco è di orgine palestinese. E non si contano gli episodi di complicità con Hamas. C’è anche chi si spinge oltre, nelle intelligence americane e israeliane, dicendo che di fatto l’Unrwa opera sotto il ricatto di hamas e quindi in definitiva le obbedisce. Specie a Gaza.

Questo significa che anche le stime su morti e feriti che in questi giorni circolano solo da fonti palestinesi e che sono centralizzate all’Unrwa hanno la credibilità che ne consegue. L’Unrwa, fu  istituita dall’Onu in seguito all’emergenza della guerra arabo-israeliana del 1948, con la risoluzione 302 (IV) dell' 8 dicembre 1949. Il 14 dicembre del 1950 nacque pure l’Acnur: per tutti gli altri profughi delle 150 e passa guerre che nel frattempo si sono sviluppate sul pianeta. Compresa quella indo pakistana che nel 1947 generò oltre 10 milioni di profughi nessuno dei quali si sogna più di vivere in un campo profughi. E la povertà di India e Pakistan all’epoca era sicuramente molto superiore a quella dei palestinesi.

L’Acnur, ha anche avuto  due Nobel per la pace e  ha aiutato una cinquantina di milioni di persone.

Al primo gennaio del 2007, si calcolavano  circa 21.018.589 persone assistite dall’Acnur: 7.979.251 in Asia, 4.740.392 in Europa, 5.069.123 in Africa e 3.229. 822 nelle Americhe. E il suo staff era composto da 6.300 persone, provenienti da 110 paesi.

L’Unrwa invece di Nobel ancora non ne ha presi, anche se qualcuno prima o poi la candiderà per i servigi di propaganda anti sionista nel frattempo resi, ha bisogno di 24 mila impiegati palestinesi per gestire unicamente i rifugiati palestinesi in Giordania, Siria, Libano, Cisgiordania e Striscia di Gaza che nel 2008 erano all’incirca 4,6 milioni di persone, solo un terzo delle quali spalmate tra 59 campi.

Per la cronaca, in Medio Oriente l’Acnur assiste ben 2.580.638 profughi non palestinesi.

Sotto responsabilità Acnur, infine, anche i profughi palestinesi che non sono  in quei suddetti paesi, come i 240.000 in Arabia Saudita e i 70.000 in Egitto.

Fosse però solo una quesione di assitenzialismo all’italiana, sperimentato per decenni nel Sud, si potrebbe anche chiudere un occhio.

Il vero caso, vergognoso, nasce dalla propaganda anti israeliana (se ne è vista molta anche in questi giorni, cominciando dalla vicenda della ex scuola Onu adibita ad arsenale di hamas) di questo organismo Onu che agisce con l’immagine della credibilità istituzionale delle Nazioni Unite ma secondo i dettami di Hamas. Almeno a Gaza. Se non vogliamo nasconderci dietro un dito bisogna quindi  dire che Unrwa fa parte del problema dei profughi palestinesi, non ne è certo la soluzione.

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