Sull' OPINIONE di oggi, 10/01/2009, a pag.5, un articolo di Dimitri Buffa sulle mistificazioni di France 2 , l'emittente di stato francese già condannata per essersi inventata l'uccisione di mohammed Al Dura da parte di soldati israeliani, una storia istruttiva cghe consigliami di leggere dagli archivi di IC. (andare in Home Page e digitare france 2 in "cerca nel sito" in alto a destra)
Dimitri Buffa - " GAZA: LE MISTIFICAZIONI DI FRANCE 2"
Inizia la guerra anti terrorismo di Israele contro hamas a Gaza, potevano
mancare le mistificazioni e i falsi di France 2, canale pubblico francese?
No, che non potevano mancare. Ne andava della loro fama di falsari,
ampiamente meritata e conquistata sul campo dopo lo scandalo del finto
filmato della finta morte di Mohammed Al Dura.
Ecco quindi che lo scorso 6 gennaio, mentre i media italiani ed europei
erano intenti a inseguire le pseudo statistiche su morti e feriti (sia ben
chiaro che nessun dato è attualmente accertato e accertabile) a Gaza, arriva
un altro scivolone. Una vera porcheria mediatica, roba che il direttore di
rete dovrebbe chiudersi in convento. O ce lo dovrebbero chiudere quelli del
sindacato giornalistico locale.
In due parole, leggendo la nota pubblicata su Haaretz, le cose stanno così:
ricordate le immagini delle centinaia di cadaveri dopo i bombardamenti del
primo gennaio?
Non c¹entravano un cS con quel bombardamento. Erano di quattro anni prima.
Immagini di repertorio insomma, per di più prese dopo lo scoppio di un
camion carico di esplosivo a Jabaylia. Un camion che con il suo carico di
morte era diretto ai terroristi di Hamas. Quelli che hanno tanto a cuore la
sorte dei loro bambini. A ³le Figarò² che li aveva già smascherati nel caso
di Al Dura quelli di France 2 si sono giustificati dicendo che avevano
sbagliato il filmato da mandare in onda.
Così l¹informazione filo hamas, più che filo palestinese, che poi è quella
che imperversa sui media italiani e del Vecchio Continente, trasforma una
disgrazia dovuta ai terroristi in un eccidio piovuto dal cielo per colpa dei
cattivi israeliani. Tanto qualche idiota che abbocca c¹è sempre. D¹altronde
ancora abbiamo negli occhi i finti funerali del finto massacro di Jenin, con
gli attori che cadono dalla bara, si rialzano e si risistemano per il
proseguimento della sceneggiata. Tutto questo è stato già denominato
³Pallywood², cioè Palestina Hollywood. E adesso si ricomincia.
Perché, a bene vedere più che quella militare, è la guerra della
comunicazione che gli israeliani devono vincere. E si stanno attrezzando
grazie alle macchinette tarate su you tube dei soldati israeliani e delle
unità di comunicazione che l¹esercito si porta dietro. Se ne sono viste di
tutti i colori, c¹è proprio un sito you tube di Tzahal dove ci sono filmati
che se non fossero drammatici avrebbero effetti a dir poco esilaranti.
L¹ultimo, messo l¹altro ieri dal soldato ³Deborah 67² nel suo blog , con una
musichetta da Stanlio e Ollio, nel sottofondo, fà vedere un O amorevole
mamma dell¹hamastan di Gaza, tutta velata di nero stile vedova sarda del
1940, che accudisce al suo bambino (³Tifl², plurale ³atfal²) mentre spazza
per trerra nel salotto di casa a Gaza. Spazza anche intorno a uno strano
oggetto canticchiando in arabo. Oggetto postonel bezzo del salotto e
appoggiato a una finestra che la telecamera non svela subito cosa sia per
lasciare allo spettatore la suspense. Poi all fine lo inquadra. E sapete
cosa era? Un bel treppiede sormontato da un lancia razzi di quelli che
sparano ogni giorno Kassam su Sderot, Ashkelon, Ashdod e così via. Capito
che bella ³ama de casa² (donna di casa in spagnolo,ndr) la signora? Lei sì
che ha a cuore la sorte del proprio ³tifl saghir² (piccolo bambino).
Possiamo scommetterci che quando il piccolo sarà centrato da chi voleva solo
neutralizzare il lancia razzi, la sua amorevole mamma sarà la prima a
mostrarsi alle telecamere occidentali per dimostrare di che lacrime grondi e
di che sangue il cattivo ebreo di Israele.
Non credete quindi a una sola parola e a una sola immagine di quello che vi
mostra la Rai, France 2, La 7 o Mediaset. Le immagini vengono comprate da
cameramen palestinesi o spesso si tratta di grotteschi filmati di repertorio
come nel caso della tv francese pubblica.
E non credete neanche alle notizie, si vedrà tutto a consuntivo.
Anche Franco Abuzzo, ex presidente dell¹Ordine dei giornalisti della
Lombardia, si è accorto di questo andazzo e giorni fa ha postato il seguente
articolo sul suo sito www.francoabruzzo.it <http://www.francoabruzzo.it> :
³Milano, 7 gennaio 2009. Sono solito svegliarmi ascoltando il Gr1 della Rai
delle 7. Ovviamente dedicato questa mattina in apertura alla strage nella
scuola gestita dall'Onu a Jabaliya (zona nord della striscia di Gaza).
Della notizia, con i servizi da Gerusalemme, è stata data una sola
versione, quella che accusa Israele di aver fatto fuoco in maniera
deliberata sui 350 ospiti dell'edificio. Eppure, da ieri, le principali
agenzie di stampa, tra le quali l'Ansa (basta consultare il sito
www.ansa.it), hanno dato un'altra versione, che è questa:
ANSA. GAZA. STRAGE JABALYA. UNITÀ ISRAELE ATTACCATA DA MORTAI.
Tel Aviv, 6 gennaio 2008. La strage nella scuola dell'Unrwa di Jabalya è
avvenuta dopo che dal suo interno erano stati sparati colpi di mortaio
contro una vicina unità di fanteria israeliana. L'unità ha risposto al fuoco
a sua volta con mortai contro gli attaccanti, per neutralizzarli. Lo ha
riferito la televisione commerciale israeliana Canale 10, citando fonti
militari. Secondo l'emittente, le forze armate israeliane dispongono di un
filmato, ripreso da un aereo senza pilota, che mostrerebbe le fasi
successive dell'incidente. Fonti militari israeliane hanno detto alla
televisione che negli ultimi giorni sono aumentati gli episodi in cui
miliziani di Hamas hanno attaccato forze israeliane dall'interno di scuole,
ospedali e moschee, nonchè da zone residenziali. (ANSA). XBU 06-GEN-09 18:31
Ovviamente nei servizi non c'era un accenno alle responsabilità di questa
guerra addossata al gruppo terroristico di Hamas, tra i tanti, sia dal
presidente francese, Nicolas Sarkozy, sia dal presidente dell'Autorità
Nazionale Palestinese (Anp) Abu Mazen (Mahmud Abbas).
Concludendo il famoso dibattito sull'obiettività (1959/1979), Umberto Eco ha
scritto che il cronista è uno "storico del presente o dell'istante" e che è
possibile raggiungere una obiettività minima, quando di un fatto si
raccontano tutte le versioni che circolano sulle agenzie di stampa. Antonio
Caprarica farebbe bene a ricordare la lezione di Umberto Eco ai suoi
redattori. Liberiamoci delle cronache ideologiche e lavoriamo come
"storici": ascoltiamo tutti, scaviamo nella realtà dei fatti, leggiamo
tutte le "carte" e diamo spazio a tutte le versioni. E' in gioco la
crediblità del giornalismo. Non solo italiano. Che dire al caro Abruzzo, se
non che questa è una nobile battaglia, ma contro i mulini a vento?
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